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Narnia degli Scolopi

(La chiesa e la scuola a Narnia nel  1618)

 

 
 

 

La Narni dei padri Scolopi 

Ricerca di Rodolfo Ciuffoletti

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Nel 1618 la città di Narni donò ai padri Scolopi, appena costituiti in congregazione da Paolo V, sotto la direzione del prete spagnolo Giuseppe Calasanzio, l'antico Palazzo dei Priori, già in parte adibito a sede scolastica.

In questo mentre, essendo giunte lettere sì all'eminentissimo protettore (cardinale Giustiniani) e sì al nostro Giuseppe (Calasanzio) della città di Narni, colle quali la venuta colà affrettavasi di lui e dè suoi religiosi, per cominciamento darvi alle scuole, S.E. volle speditamente colà prima Giuseppe si portasse ad effetto di riconoscere se l'abitazione destinata a quel Pubblico fosse convenevole e capace e se tutto il rimanente preparato fosse a dovere. Senza indugio adunque partì da Roma Giuseppe e pervenuto a Narni trovò che il luogo per l'abitazione dè suoi religiosi e per l'esercizio delle scuole destinato, era il magnifico palazzo...situato dirimpetto appunto all'altro del magistrato della città medesima e sommamente piaquegli...celebratosi quindi il pubblico strumento della fondazione col magistrato e città, se ritornò Giuseppe a Roma, dato conto di tutto al protettore, con l'approvazione del medesimo spedì ben tosto all'impaziente città di Narni il padre Pietro della Natività della Beatissima Vergine, superiore, con sette compagni, perchè vi aprissero prontamente le scuole, siccome ferono ed in appresso la chiesa sotto l'invocazione di S. Cassio vescovo gloriosissimo della medesima città, la quale allora di poi sempre ha con parzialissimo amore riguardate le Scuole Pie e dichiarato in mille guise il pieno appagamento.

Da: “Storia della vita, virtù e fatti del venerabile p. Giuseppe della Madre di Dio” - INNOCENZO DI S. GIUSEPPE – 1734.

Il 26 aprile 1618 arrivò da Roma Fusoritti con tre padri Scolopi, che vennero ospitati nella casa di Gregorio Eroli.

In attesa che venisse sistemato il palazzo vecchio venne suggerito di chiedere in affitto, provvisoriamente, la casa del cavalier Scotti.

Nell'agosto 1618, non potendo essere pronto per l'apertura dell'anno scolastico il palazzo vecchio, venne risolto di prendere in affitto la casa di Lutio Calderini. (Lutio Calderini, nel 1646, farà costruire un sepolcro di famiglia nell'oratorio di S. Cassio dei padri Scolopi).

Nel 1618 iniziarono i lavori e l'architetto Bastiano Mangoni venne coinvolto nei lavori dal Comune. Si presentò subito la necessità do costruire una porta per chiudere la chiesa dalla parte del convento. Sempre nel 1618 si fece presente al Consiglio Generale che si era radunata una gran quantità di terraccio in piazza, anzi aumentava sempre di più, e nessuno si preoccupava di portarlo via, fino al novembre 1619, quando l'incarico di portare via la terra venne dato a Filippo di Stefano, togliendo la terra che ostruiva la via che portava dalla Piazza dei Priori alla casa di Callisto Stella, la via sarebbe stata portata allo stesso piano della piazza. Sarebbe tornato l'ordine nei pressi della casa di Callisto Racani, di Nicola Chiarelli e Pieragostino Lolli.

Pieragostino Lolli e altri vicini vollero che, prima che venisse alzato il muro di cinta dell'orto, si esaminasse la primitiva larghezza della strada tra l'orto e le loro case, non volendo essere privati di spazio di loro proprietà.

Crisogomo Cardoli allora, nel 1618, disse che il muro doveva essere costruito in modo da non restringere la larghezza della vecchia strada.

Antonio Narsini aveva una casa confinante con l'istituto degli Scolopi e da subito si crearono problemi di confini tra le proprietà.

Padre Lorenzo, nobile fulignate di casa Santilli , già sacerdote, di anni 45. In virtù delle sue dolcissime maniere accattivatisi  gli animi di tutte le religiose del ven. ed insigne monistero di S.Bernardo di Narni. Morì circa l'anno 1620 nel convento degli Scolopi di Narni, il suo corpo venne sepolto nella cattedrale di S. Giovenale per non essersi per all'ora fabbricate sepolture nella chiesa di S. Cassio della sua congregazione. Dopo dieci anni il suo corpo venne trasferito nella suddetta chiesa.

In una lettera del 31 gennaio 1621 il Calasanzio afferma che si debbono restituire al padre Biaso i dieci scudi  del falegname servito per la loggia del palazzo.

Viviano Viviani della città di Colle in Toscana, entrò nelle Scuole Pie nel 1614. Per un anno intero mai non si cibò che di solo pane ed uva passa, non mai bevendo che acqua. Consumato finalmente nel corpo, ma tutto vegeto nello spirito, essendo stato Secondo Assistente Generale del suo venerabile fondatore lasciò di più viver tra noi, per vivere eternamente in cielo, in Narni, ov'era Rettore attuale con sommo dispiacimento di quella città, essendo giunto di più a sessant'anni alli 23 del mese di giugno del 1622. E avvegnachè allora la nostra chiesa di S. Cassio terminata per anco non fosse gli fu data, a modo di deposito, sepoltura nella chiesa cattedrale e tanto in trasferirsi il di lui cadavere dalla nostra casa alla medesima chiesa, come nel riportarlo poscia da questa a quella fu onorato dalla presenza di quel monsignor vescovo, di tutto il clero e confraternite, come pure del magistrato di quell'antichissima città.

Nel 1624 si dispose di prendere a Narni, per dieci scudi di affitto, una proprietà vicina all'istituto, con pozzo d'acqua ed orticello, del vicino Stella.

Nello stesso anno vi erano state manifestazioni di ingratitudine, insofferenza e derisione nei confronti degli Scolopi da parte dell'abate Francesco Antonio Eroli.

Nel 1626 si tentò di acquistare, da Antonio Narsini, questa casa dello Stella, situata tra l'istituto degli Scolopi e la chiesa di S. Pantaleo: “Possibilità di comprare la casa dello simplicista che sta fra noi e la chiesa di S. Pantaleo”. L'affare col Narsini rese necessarie trattative con lo Stella tramite Celestino Racani e l'intervento di Siro Alessandri. Poi: “Non essendo casa dello Stella assolutamente nostra non dovemo entrar in cotesta spesa di far ponte et unir li siti et però non conviene trattar meno di serrar la strada, Narsini farà un muro di pietra secca dal cantone della nostra casa che tiri abbasso lasciando il vicolo tra noi e lo Stella largo quanto è la strada che viene dalla piazza, sì che la gente non possa passar più, come adesso, presso la nostra casa e vi resti quel sito che si può tener per farvi un poco di orto. Stella vi può fare la calata alla strada bassa, la più commoda che sia possibile e ci contenteremo di poco orticello”.

Nonostante le difficoltà il Calasanzio era deciso ad acquistare quel poco di di casa che bisogna dov'è il pozzo o cisterna et orticello del vicino Stella di maniera che non vi possa intrar alcun altro che noi al detto pozzo.

lla fine si decise di non comprare la casa dello Stella, mentre, sempre nel 1626: “fu fatto istrumento della compera col Mosca circa la casa et orto attaccato al nostro noviziato et tra dui o tre dì sarà sgombrata la casa per sdiruppar il muro di mezzo et far le porte dove saranno da farsi per far di tutto una casa et un orto”

“Se il detto Paolo Mangonio non si contenta di che la strada vada da basso, si ritorni di sopra et in loco del muro si faccia una fratta. Mi contento di poco orto e mi basta aver buttato 250 scudi per disfar quella fabbrica che sua signoria aveva fatto incontro al nostro refettorio”

Si auspicava: “Che si cominci a fabbricar una cantara in un cantone dell'orto già serrato del Rosolini, che bastarà fare una fossa grande et di sopra tre o quattro luoghi a sedere et così si toglierà l'occasione di uscire li scolari della scuola dopo che vi saranno entrati. Quanto a li luoghi per li scolari sarà ben farli lontano un poco per il rispetto che dice”.

1627 - “Quanto al muro dell'orto si faccia quanto prima accomodando prima il vicolo, che si possa salire e scendere comunemente et il muro che sarà contro l'orto dello Stella sia molto semplice acciò che abbisognando col tempo lo potessimo buttare a terra. Il Mosca, che è vicino e contiguo allo Stella, di alcune porte ne ha bisogno”.

Alla fine dello stesso anno si erano superate le difficoltà di aggiustare il vicolo evitando così il passaggio attraverso l'orto il cui muro era già ultimato. Si voleva anche evitare ai Padri la scomodità di andar fuori a suonare la campana per le scuole, si poteva perciò riaprire la porta di cui ci si era precedentemente serviti per regolare l'orologio.

Il duca di Acquasparta aveva donato un'area per la sacrestia, perciò vennero dipinte nella chiesa le armi dei Cesi (Federico Cesi, 1562-1630, marchese di Monticelli, divenuto nel 1588 duca di Acquasparta).

Nel 1638 fu ordinato di non togliere le gelosie dalle finestre dalla parte di Piazza dei Priori.

Nel 1640 ci si preoccupò di una  migliore sistemazione dell'istituto e l'11 febbraio erano stati eseguiti dei disegni della porta ed era stato progettato anche il disegno della chiesa, che presentava grande semplicità. Si volle anche accomodare la cisterna e l'oratorio. I mattoni per i lavori della porta si ebbero per carità e vennero trasportati nei giorni di festa.

1677 – La città di Narni, per un capitale pervenutoli dall'eredità del sig. Mautini, erge, in palazzo priorale, la scuola, studio di logica e di teologia morale e, per primo lettore, fu fatto frate Agostino da Stroncone. Nel 1679 frate Agostino da Stroncone sarà guardiano  del convento di S. Girolamo.

 

 

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si ringrazia  Rodolfo Ciuffoletti

 Padri Scolopi


 vedi anche Locci

 

 

 

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