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ex Museo Narnese



Questa è la descrizione del vecchio museo che ora non c'e' piu' ed è stato traferito al museo Eroli .

Ora al suo posto è in allestimento l'Archivio diocesano .


Per chi desideri intraprendere un giro turistico della città di Narni partendo da una visita alle opere d’arte mobili più belle, tappe obbligate sono il Palazzo Comunale ed il Palazzo Vescovile, al cui interno sono custoditi due dei più grandi capolavori pittorici del territorio. La maestosa pala con l’Incoronazione della Vergine di Domenico Ghirlandaio e la delicata e raffinatissima tavola con l’Annunciazione di Benozzo Gozzoli, autentici gioielli della raccolta comunale, sono infatti conservati, rispettivamente, nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale e nelle sale del Vescovado, aperte gratuitamente al pubblico tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 19.00. L’opera del Ghirlandaio, per la quale in passato è stato ritrovato il documento che attesta inequivocabilmente l’attribuzione della tavola al pittore fiorentino e la datazione della stessa al 1486, fu trasportata nella Sala Consiliare nel 1871. Commissionata dai frati minori osservanti della locale chiesa di San Girolamo, essa era in origine collocata sull’altare maggiore, dove riceveva direttamente la luce che entrava dal piccolo rosone della facciata dell’edificio. Trasformata nel corso dei secoli e completamente ridipinta alla fine del XIX secolo, la chiesa fu spogliata delle opere d’arte che la abbellivano: di queste, la tavola del Ghirlandaio, insieme ad un affresco staccato raffigurante San Francesco che riceve le stimmate attribuito ad un seguace dello Spagna, è oggi esposta nella Sala Consiliare.

Ghirlandaio.jpg (12068 byte) Altri dipinti provenienti da San Girolamo sono conservati, invece, all’interno del Palazzo Vescovile, nelle cui sale, a partire dal mese di agosto, è stata riaperta al pubblico la mostra "Pittura e Scultura a Narni tra XIV e XVIII secolo", comprensiva di alcune delle opere d’arte della raccolta comunale che fino a non molto tempo fa erano chiuse nei depositi. L’esposizione comprende dipinti e sculture provenienti dai vari edifici religiosi della città e databili in un arco cronologico compreso tra i primi anni del Trecento (testimoniati da una preziosa scultura lignea raffigurante una Madonna con il Bambino) e la prima metà del Settecento.

Essa costituisce un unico itinerario con le opere esposte alla Sala Consiliare, dato che tutte fanno parte della raccolta comunale, ed è stata concepita allo scopo di fornire un quadro generale dell’attività artistica a Narni in questi secoli. E’ proprio all’interno del Palazzo Vescovile che, nei prossimi giorni, e dopo un lungo periodo di tempo, sarà nuovamente esposta in pubblico la splendida tavola con l’Annunciazione di Benozzo Gozzoli. La mostra approntata nei locali del Vescovado, per il nuovo allestimento della quale stanno lavorando in questi giorni gli organizzatori, si arricchirà così di uno dei pezzi più belli e preziosi della storia dell’arte locale.

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L’Annunciazione di Benozzo Gozzoli (foto Santarelli Marco)

L’opera, dipinta a tempera su tavola, è firmata dall’autore e rappresenta per questo una delle sue prime opere certe: raffinatissima, nella resa dei piccoli particolari che la impreziosiscono, essa mostra la Vergine inginocchiata che, all’interno di un portico, viene sorpresa a leggere dall’arcangelo Gabriele venuto a recarle l’annuncio. Il dipinto fu probabilmente eseguito per i frati predicatori dell’ex-chiesa di San Domenico a Narni negli anni intorno alla metà del Quattrocento: è all’interno di questo edificio, infatti, che Giovanni Eroli lo vide alla fine dell’Ottocento ("Descrizione delle chiese di Narni", 1898). Sottoposta alcuni mesi fa ad un delicato intervento di restauro, la tavola è stata subito dopo trasportata a Montefalco, perché concessa in prestito dal comune di Narni per essere esposta alla mostra "Benozzo Gozzoli: allievo a Roma, maestro in Umbria", che si è svolta dal 1 giugno al 1 settembre all’interno della chiesa-museo di San Francesco. Ora il dipinto, tornato a Narni, dopo essere stato chiuso per anni nei depositi comunali, potrà finalmente essere di nuovo visibile a tutti: all’interno delle sale del Palazzo Vescovile si sta organizzando, infatti, in questi giorni, un nuovo allestimento che, da qui ad un mese circa, permetterà l’esposizione dell’opera e l’inserimento della stessa nel circuito della rassegna, già da più di due mesi aperta al pubblico, dedicata alle testimonianze pittoriche e scultoree prodotte nella città di Narni nel periodo che va dal Medioevo all’età moderna.

  "Pittura e Scultura a Narni tra XIV e XVIII secolo"

Narni, Palazzo Vescovile

Orario di apertura:
dal martedì alla domenica
ore 9.00-19.00 (chiuso il lunedì)

La mostra Pittura e Scultura a Narni tra XIV e XVIII secolo è stata allestita all’interno delle sale del Palazzo Vescovile di Narni nel mese di maggio 2002, in occasione dei festeggiamenti relativi alla Corsa all’Anello (giorni di apertura: dal 2 al 12 maggio). Riaperta al pubblico a partire dal 9 agosto 2002, essa costituisce un estratto della vera e propria Pinacoteca Comunale di Narni (in quanto raccoglie alcune delle opere d’arte della raccolta comunale) che, non ancora costituita, confluirà a sua volta nel futuro Museo Civico Diocesano (con sede nello stesso Palazzo Vescovile e per il quale è stata firmata la convenzione tra l’ex Sindaco di Narni Luigi Annesi e Mons. Vincenzo Paglia, il giorno 2 maggio 2002).

L’incarico per l’allestimento della mostra e della sua organizzazione sotto ogni punto di vista (dalla scelta delle opere alla preparazione dei pannelli didascalici, ecc…) è stato affidato direttamente dal Comune di Narni a Lucilla Vignoli e ad Alessandro Novelli, che tuttora garantiscono l’apertura al pubblico della stessa.

IIl fine della mostra è quello di definire un quadro generale del panorama artistico della città di Narni in questi secoli.

Il percorso prende avvio dai primi anni del XIV secolo, periodo in cui è datata una scultura lignea raffigurante una Madonna in trono con il Bambino, proveniente dalla chiesa di Santa Pudenziana a Visciano.

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Seguono poi due affreschi staccati (di ignota provenienza) databili negli anni a cavallo tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, e raffiguranti, il primo, Tre angeli che incoronano la Vergine, attribuito al cosiddetto Maestro della Dormitio di Terni, ed il secondo una Madonna con il Bambino. Allo stesso periodo cronologico è, inoltre, riferibile lo stendardo ligneo bifacciale raffigurante la Madonna con il Bambino in trono da un lato, e la Dormitio Virgins ed Incoronazione della Vergine dall’altro, opera del cosiddetto Maestro di Narni del 1409 e proveniente dalla locale chiesa di San Domenico.



La seconda metà del Quattrocento è rappresentata poi (oltre che dalla splendida tavola del Benozzo Gozzoli, in via di esposizione, e dalla maestosa pala del Ghirlandaio, conservata in Sala Consiliare) dal busto in terracotta policroma raffigurante San Bernardino da Siena, attribuito allo scultore e pittore senese Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, dall’affresco staccato dalla lunetta del portale della chiesa di San Girolamo raffigurante la Madonna con il Bambino e due angeli tra san Francesco e san Girolamo, opera del pittore folignate Pierantonio Mezzastris e dal dipinto su tavola con la Resurrezione di Cristo, attribuito a Marcantonio Aquili (figlio di Antoniazzo Romano), attivo tra la fine del XV e la prima metà del XVI secolo. Negli anni a cavallo tra Quattro e Cinquecento sono databili, inoltre, le due tavole raffiguranti Sant’Antonio da Padova e il Beato Bernardino da Feltre, attribuite ad un pittore della cerchia di Piermatteo d’Amelia. Segue, quindi, la grande Annunciazione, dipinta su tavola da Livio Agresti da Forlì e datata 1559. La sezione dedicata al Sei e Settecento si apre con un dipinto su tela raffigurante il Parnaso, di ignoto pittore attivo nel XVII secolo; una tela di modeste dimensioni ma molto interessante dal punto di vista stilistico è rappresentata, inoltre, dalla Presentazione al tempio (prima metà del XVIII secolo), mentre sono esposte alcune delle quattordici stazioni della Via Crucis (di cui tre sono andate perdute) dipinte da Giacinto Boccanera da Leonessa nel 1729 per la chiesa di San Girolamo. Chiudono la mostra le quattro grandi lunette, dipinte su tela e provenienti dalla distrutta chiesa di San Bernardo a Narni, raffiguranti le Storie di san Benedetto, attribuite al pittore romano Agostino Masucci e datate 1739.

presto il complesso sarà spostato a Palazzo Eroli , nuova sede del museo cittadino , per le opere artistiche vedi anche il sito della provincia di Terni

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Nuovo Museo di Narni

Visita e opere

 

 

 

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