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Federico il Linceo e Romolo Cesi 

le origini della Accademia dei Lincei

AST – Archivio Notarile di Narni, vol. 369, c. 225R
Federico il Linceo e il Vescovo Romolo Cesi

La storiografia ufficiale sembra non rintracciare alcun legame di rilievo tra questi due importanti personaggi della nobile famiglia Cesi, vissuti tra la seconda metà del 1500 e la prima parte del 1600, ma in realtà emerge dalle carte un episodio che li vede vicini e reciprocamente legati in un breve periodo storico e in una località ben definita. Da questa momentanea frequentazione, probabilmente, Federico Cesi troverà una decisiva svolta nella sua vita. Il periodo può essere racchiuso nell’arco di cinque anni, quelli che vanno dal 1602 al 1607, mentre il luogo è sicuramente l’Abbazia di Sant’Angelo in Massa, nella frazione di Taizzano del Comune di Narni.
Romolo Cesi è stato un discusso Vescovo di Narni tra il 1566 e il 1578, fortemente avversato dai cittadini narnesi ai quali voleva sottrarre il controllo dell’ospedale civico ed altre competenze che, fino a quel momento, erano sempre spettate al Comune. I narnesi ricorsero a Papa Gregorio VII per trovare una soluzione a questi ormai insopportabili contrasti e alla fine il Vescovo fu costretto a lasciare anzitempo la sua carica e a ritirarsi nell’Abbazia di Sant’Angelo in Massa, di sua proprietà. Grazie ai buoni uffici del cardinale Pierdonato, fratello di Romolo, gli venne comunque lasciata la dignità episcopale, una figura simile a quel che il moderno diritto canonico definirebbe Vescovo Emerito.
All’età di quarantacinque anni, si ritirò dunque forzatamente a vivere nell’Abbazia, disponendo comunque di ingenti risorse personali che gli permettevano di ben manutenere l’Abbazia stessa e la sua chiesa e di avere a propria disposizione un buon numero di “servi” che si prendessero cura della sua persona, mentre a gestire il proprio patrimonio delegò Antonio Piccolini di Amelia, il quale per anni si occupò di riscuotere affitti, di gestire i contadini che coltivavano le sue terre, di investire i proventi e di sovrintendere alla cura quotidiana dell’Abbazia e della servitù. Sul finire del 1500, ormai sessantenne, fece predisporre all’interno della chiesa dell’Abbazia anche il luogo della sua futura sepoltura e commissionò a Michelangelo Braidi diverse tele per tramandare ai posteri memoria del suo passaggio terreno. Nell’Ottobre del 1602, non trovandosi in ottime condizioni di salute, predispose le sue ultime volontà dettandole al notaio Settimio Pellegrini di Narni al quale, tra gli altri lasciti di minore importanza, ordina di nominare propria erede universale la chiesa di Santa Maria di Vallicella in Roma, che era stata da pochi anni ricostruita grazie ai cospicui finanziamenti del cardinale Pierdonato, fratello di Romolo, e che proprio negli anni del testamento vedeva in corso notevoli lavori che interessavano la facciata della chiesa e che erano finanziati da un altro fratello di Romolo, ossia Angelo, per molti decenni vescovo di Todi, personaggio generoso e molto amato dai suoi fedeli. Romolo decise quindi in quel momento di lasciare la sua eredità alla chiesa che potremmo definire “di famiglia” ma nei mesi successivi il quadro della situazione cambia in maniera piuttosto radicale. Nel 1603 i lavori della facciata della chiesa Nuova (com’era chiamata la chiesa di Santa Maria di Vallicella) terminano, le condizioni di salute di Romolo, invece, mutano in senso positivo e si trova non più in pericolo di vita, nonostante fosse ormai settantenne.
Nel corso dello stesso anno 1603 Federico Cesi, marchese di Monticelli, diviene maggiorenne e il suo spirito libero, la sua volontà di conoscenza, la sua già ottima cultura umanistica e scientifica, lo portano a fondare insieme a due suoi precettori, poco più grandi di lui, Francesco Stelluti e Giovanni Ecchio (Jan van Heck) e ad Anastasio De Filiis, l’Accademia dei Lincei che si proponeva, nelle intenzioni dei fondatori, di promuovere la rinascita degli studi naturalistici secondo criteri puramente scientifici, scevri da qualsiasi influenza di carattere politico e religioso. In quel 1603, però, queste erano soltanto delle nobili intenzioni di quattro giovani eruditi i quali, senza disporre di adeguate finanze e, soprattutto, incontrando l’immediata opposizione del duca Federico, padre del Linceo, descritto dagli storici come uomo piuttosto rozzo, poco avvezzo alla cultura e soprattutto intenzionato a non esporre la propria influente famiglia a contrasti con il governo della Chiesa Romana, si trovano obbligati a sciogliere formalmente il sodalizio e a separarsi. Restano in contatto tra loro in via epistolare e in maniera semiclandestina e molto probabilmente trovano nello “zio” Romolo un sostenitore e un buon appoggio logistico. Nella realtà dei fatti, Romolo non era lo zio di Federico il Linceo ma soltanto un cugino di secondo grado del nonno, ma è probabile che il vecchio Vescovo abbia visto nel giovane Federico la proiezione dei propri, avversati, entusiasmi giovanili, della maniera non ortodossa di intendere la vita, secondo schemi ben predefiniti e incanalati dall’ortodossia clericale imperante alla quale egli stesso si era opposto, magari per fini diversi da quelli del giovane “nipote”.
Il Duca Federico provò persino ad escludere il primogenito dall’asse ereditario, lasciando il patrimonio di famiglia (invero non ben conservato dal Duca stesso, il quale lo aveva in gran parte sperperato) al secondogenito Giovanni; il tentativo non andò a buon fine ma dimostra senz’altro la profonda opposizione del Duca alle ambizioni eccentriche del figlio. In quegli anni i quattro giovani Lincei pare che sostassero spesso presso l’abbazia di Sant’Angelo e ci sono varie testimonianze in proposito, di sicuro ci soggiornarono Federico e Giovanni Ecchio e di ciò possiamo avere prova certa da un documento che, a tutt’oggi, pare essere inedito: l’ultimo e definitivo testamento del Vescovo Romolo Cesi, dettato oralmente il 19 luglio del 1606 al reverendo Paolo Pacetti di Collescipoli alla presenza di due testimoni, nell’Abbazia di Sant’Angelo in Massa e uno dei due testimoni fu proprio “Ioannes Heckius danentriensis”.
Il testamento, che annulla esplicitamente ogni precedente volontà testamentaria e del quale si dà totale trascrizione di seguito, fu consegnato chiuso nelle mani del notaio Carnaccia di Narni e aperto solo dopo la morte del Vescovo, avvenuta nel maggio 1607 e vede designato erede universale dei beni del testante proprio Federico Cesi, marchese di Monticelli, il quale entrerà nella piena disponibilità dell’Abbazia e di tutti i beni del defunto, fatti salvi i legati testamentari. Forse non casualmente, proprio nei mesi a seguire si risolveranno i contrasti familiari con il Duca Federico e il Linceo diventerà amministratore anche dei beni di famiglia e da quel momento tutte le sue energie fisiche e patrimoniali verranno messe al servizio dell’Accademia dei Lincei, che vedrà nuova luce e porterà al suo interno figure illustri, una su tutte lo scienziato Galileo Galilei che si unirà agli altri accademici nel 1611


Testamentum Ill.mi et R.mi D.ni Romuli Cesii



In Dei No(m)i(n)e Amen. Anno a nativitate eiusdem D.ni millesimo sexcentesimo
sexto indictione quarta, die vero decimanona mensis Iulii Pont.us
S.mi in X.ti Patris et D.ni N.ri D.ni Pauli Divina Providentia Papae
Quinti anno eius p(rim)o. Cum vehementia infirmitatis corporalis
soleat plerunque avertere mentem à tramite rationis, ita quod
nedum de temporalibus verum etiam de se ipso et de anima
homo quid quam disponere ordinare seu providere non valeat
et propterea dum sobrietas est in mente et quies in cor-
pore, melius et salubrius sit et ordinatur iudicium ultimae
voluntatis et disponitur de rebus suis; Idcirco Ego Romu-
lus Caesius Ep(iscop)us Narnien(sis) sanus per Dei gratiam corpore, men-
te, sensu, visu, auditu, loquela et intellectu sciens mortem
nihil certius et nihil incertius hora ipsius mortis, sapi-
entisque esse eam semper pre occulis habere atque ita ve-
nere ut in quacumque hora venerit dominus et pulsaverit ia-
nuam me inveniat paratum, et inter paranda non menemum
esse domui mea providere et de rebus et bonis meis dispone-
re, ideo hoc meum nuncupativum clausum t(ertiu)m test(amentu)m sive hanc meam
ultimam voluntatem quod et quam de iure civili dum sine scriptis
tam in vim quarumcumque facultatem disponendi et testandi cunctis
curialibus per diversos summos Romanos Pontifices concessarum quod
est in vim et vigore specialis et particularis facultatis mihi
per S(anc)ta mem(oria) Gregorium Papam XIIIͫͫ ͫ  sub datum Romae apud S(anc)ti Petri
Idibus xbris anno sui Pont(ifica)tus p(rim)o usque ad summa et quantitate trium
millium ducatorum auri in aurio de Cam.ra concessa et attributa ac in

tribunali R.da Cam.ra Ap.lica exhibita, pre(se)ntata, admissa et registrata per
acta q. D.ni Stephani Latini eiusdem Cam.ra Ap.lica not.i et nunc D.ni Lactan-
tii Caldonini in dicto notarialis officio successoris sub die 16 mensis
februarii 1578 et alias o(mn)i alio meliori modo et forma quibus de iure
possim itaque utile per inutile non vitietur condo facio dispono, ordino
et mando in hanc qui sequitur modum v(idelice)t, In primis commendo humi-
liter animam meam Deo Omnipotenti eiusque gloriosiss(im)ae  ac bea(tissi)mae matri
Virgini Mariae, ac Sanctis Iuvenali, Cassio beato Micheali Arcangeli
Angelo meo custodi et caeteris aliis sanctis curiae paradisi, et humi-
liter deperor suam divinam maiestatem, ut mihi ignoscere dignetur
o(mn)ia mea errata, qua in hac valle miseriarum fateor commisissem, eumque
suppliciter exoro ut per eius immensam clementiam et misericordiam animam
meam ad aeternam vitam et ad gaudium paradisi deducere dignetur
corpus autem meum cum contigerit animam ab eo separavi volo sepeliri
in Eccl(es)ia S.ti Angeli in Massa posita in territorio Narniae in qua
cappella existens iuxta altarem magnum per me constructa et fundata
absque aliqua pompa, et volo ac mando per meum corpus ad effectum ut
longo tempore conservetur, ungatur cum oleis et aliis rebus suffici-
ens per illius conservat(ion)e q(ua)nto citius sequita mea morte prohi-
bendo expresse aperitione dicti mei corporis, item quia sup(radic)ta mea
facultas testan(di) est limitata quo nihil possim disponere, nec re-
linquere personis defetum natalium patien(dis), et etiam mea intentio
et voluntas semper fuit et est per cuiqumque illegitimi etiam per subse-
quens matrimonium legitimati quidquam minimum directe vel in-
directe consequantur de bonis meis ecclesiasticis et me confir-
mandi cum constitutionem S. Mem. Pii Papae Quinti et alii sum-
morum Pontificum costitutionem et ordinationem contra illegittimos expe-
ditis, ideo volo, declaro et expresse pretestor que si in hac ult(im)a

voluntate mea aliquid à me per errorem et ignorantiam fuerit legatum
vel relictum alicui meo servitori, familiari, vel alteri personae patienti
defectum natalium (quod tamen nescio et vere ignoro an dictum defectum
patiantur) in tali casu, et eventu praedictum legatum seu legata et relicta
habeantur per non scriptis et irritis, et sint ex nunc ipso iure et facto
nulla, irrita et nullius roboris et momenti, et perinde ac si nunquam
scripta fuissent, et accrescant et acquirantus infra(scri)tto meo heredi
et cum protestat(ion)e et declarat(ion)e praedictis quae censeatur et sit
repetita in prin.o, medio et fine et qualibet clausula p(rese)ntis mei
testamenti et non alias, al.r nec alio modo. In primis relin-
quo pro iud(ici)o g(ene)rali iulium unum, Item reliquo per incertis et ma-
le ablatis et ad manus meas quomodol(ice)t perventis de quibus
ad p(rese)ns non recordor alium iulium unum, Item reliquo quatuor
sanctis matribus ecc(les)is Civit(at)is Narniae v(ide)l(ice)t San Iuvenalis, Sanctae
Maria Maioris, S. Francisci, et S. Augustini iulium unum pro
qualibet ipsarum, Item iure legati reliquo et lego Ecc(lesi)a Castri
Taizani comitatus Narnaie scuta centum monetae qua solvi et
exbursari mando per infra(scri)ttum meum heredem in tem(po)re sex mensium
sequita morte mea ad effectum que de illis R. D. Rector una cum
santesiis et deputatis d(ictae) Ecc(lesi)ae emant unum petium terrae canepinae
fructantem cum onere q. R.dus Rector pro t(em)pore d(ict)ae Ecc(lesi)ae teneatur et o-
bligatus sit celebrare et celebrari f(ace)re duas missas parvas
mortuorum quol(ibe)t mense in perpetuum in d(icta) Ecc(lesi)a S. Angeli in Massa
et in cappella ubi cadaver meus repositus fuerit per salute a(n)i(m)a mea
et in remissione peccatorum meorum, Item iure legati et per salute

anima mea relinquo et lego venerabili societati S.ti Ioannis Nar-
niae nuncupatam della Misericordia, in qua ego su(per) descriptus scuta cen-
tum monetae solven. per infra(scri)ttum meum heredem in tem(po)re sex mensium à
die mei obitis cum onere per confratres pro tempore existens in d(icta) soci-
etate teneantur et debeant celebrari facere in Ecc(lesi)a d(ictae) societ(at)is
tres exequias cantatas singolo anno in die mortis mea, vel in
p(rim)a die sequenti non impeditam festo duplici, semidup(lici) aut domi-
nica, Item iure legati et per salute anima mea relinquo et le-
go ven(erabi)li societati S. Vin(cent)is existens in Ecc(lesi)a S. Mariae Maioris
Narniae de qua ego su(per) scuta centum m(one)tae solven. ut supra cum
onere per confratres pro tempore in ea exsistens teneantur et obli-
gati sint celebrari f(ace)re in cappella eiusdem societatis tres exe-
quias cantatas quol(ibe)t anno in perpetuum in die mortis mea seu
in p(rim)a die sequenti non impeditur ut supra, Item iure legati et
pro salute anima mea relinquo et lego R.da Fraternitati Ecc(lesi)ae
S. Iuvenalis Narniae scuta centum monetae solvens ut supra
cum onere predicta R. Fraternitas teneatur celebrare et celebra-
ri f(ace)re in d(ict)a Ecc(lesi)a et in cappella nuncupata Corpo Santo duas exe-
quias cantatas singulo anno in perpetuum in die mortis mea
seu in p(rim)a die sequenti non impedit. ut supra, Item mando et
ordino per infra(scri)ptus meus here(de)s teneatur et debeat statim
sequita mea morte fieri facere unum vestitum lugubrem o(mn)ibus
mei famulis, qui tunc temporis permanserit ad mea servitia
et eiusdem debeantur dari solitum victum et habitat(ion)e per spatium quin-
decim dierum à die mei obitus subsequentium, Item ob longam assiduam


et fidelem servitutem mihi prestitam per q(uondam) D. Ant(oni)um Piccolinum de
Ameria, civem Narniensem et d.num Ioannem et D. Pompeium d(icti) q(uondam)
D. Ant(on)ii filios iure legati relinquo et lego dictis D.nis Ioanni et
Pompeio de Piccolinis scuta tricenta m(one)tae de paulis decem pro scuto
Item ultra predicta relinquo et lego dictis D.nis Io(ann)i et Pompeio
de Piccolinis o(mn)ia et singula mea vestim(en)ta et vestes cuiuscuis
generis spe(cie)i et qualitatis quod tempore mortis mea habebo pro
servitio mea persona, nec non o(mn)ia param(en)ta et blancarias tam
canepis q(uam) lini, cortinae, sentinae, vel alterius generis spe(cie)i et qua-
litatis quod in die mei obitus reperiam, Item o(mn)es asellos, et
equos quod in d(ict)o temp(or)e mortis mea habebo, Item iure legati
relinquo et lego d.o domino Io(ann)i Piccolino o(mn)es et singolos meos
libros, tam impressos q(uam) est manuscriptos, Item absolvo, libero, et
quieto d.nos Io(ann)em, Victorium et Pompeium de Piccolinis uti fili-
os et heredes q(uondam) D. Ant(on)ii Piccolini eorum p(at)ris, ac est d(icto) D. Ioa(nn)em
suo proprio et parti(cu)lari no(m)i(n)e ab o(mn)i et quocumque onere reddendo rationem
de rebus et bonis meis à d(icto) q(uondam) D. Ant(oni)o eorum p(at)re dum vixit
ac est à d(icto) D. Io(ann)e administratis ac de o(mn)ibus fructibus, redditibus
proventibus et pecuniis exactis et perceptis à quibuscumque personis
no(mi)ne meo et ad eorum et cuiuscumque ipsorum manus quomodocumque et
qualecumque proventis, quia volo et declaro non posse eos quocumque
pretextu et causa per infra(scri)ptum meum heredem vel alios molista-
ri, nec inquietari nec de iure nec de facto quia ipsos et quosli-
bet ipsorum penitus à d(icta) reddit(ition)e computorum et no(mi)nis administrat(ion)is
et exationis predictae quieto, absolvo, et libero usque ad die mei obiti

o(mn)i modo meliori § Item iure legati relinquo et lego D. Victorio Picco-
lino scuta centum quinquaginta, quae solvi debeant infra sex menses
sequita mea morte, et volo que ea per d(ictum) D. Victorium debeant investiri
in uno annuo censu idoneo in civit(at)e Narniae vel eius territ(ori)o et di-
strictu cum conditione expressa que debeant servire pro dote et ad
computum dotis Arsilia filia pred(ict)i D. Victorii quando nuberetur
seu monacetur, et fructus d(ict)i census donec d(icta) Arsilia fuit nu-
ptui tradita vel monacata accrescant eius beneficia, et isto in
te(mpo)ri di(ct)os fructus debeant ponere penes montem pietatis civitatis
Narniae, et q(ua)ndo ascenderint ad summam viginti quatuor... et non minus
ea debeantur simil(ite)r per d(ictum) D. Victorium investiri in alio annuo censum
... ut supra et fieri expressa mentio quod sunt de fructibus predi-
cti census, et q(ua)ndo d(icta) Arsilia fuit nupti tradita vel fuit effecta
monialis tunc et eo casu d(ictus) D. Victorius d(ictu)m censum seu census
ex fructibus illius factos et emptos debeat in dotem et ad computum
dotis d(ict)ae Arsilia eius filia dare, cedere, et consignare quia
mens et intentio mea fuit et est que semper fructus d(ict) census
accrescant benef(ici)a d(icta) dotis donec d(ict)a Arsilia fui(sse)t nupta vel
monacata ut supra, et si contigerit que d(ict)a Arsilia nuberetur
et decederet q(ua)ndocumque sine filiis ut filiabus leg(iti)mis et nat(ura)libus
et non perveniens ad aetatem vigintiquinque annorum, tunc volo d(icto) censum
seu census serviant modo et forma predi(cto)rum pro dote et partis dotis
alterius filia leg(iti)mae et na(tura)lis d(icti) D. Victorii natae seu nasciturae
usque quo d(ictus) D. Victorius ad aetatem quinquaginta annorum pervenerit et si
completis d(ic)tis quinquaginta annis d(ictus) D. Victorius aliquas filias femi-
nas leg(iti)mas et na(tura)lis non habuerit, de fructibus d(ic)torum censium ab inde in

posterum decurrentem possit et valeat ad eius libitum disponerre, et
non prius nec in alio casu, et si occurrerit que d(ictus) D. Victorius de-
cedat sine filiis vel filiabus leg(iti)mis et na(tu)ralibus anteque ipse ad d(ictam) aeta-
tem quinquaginta annorum perveniat in d(ic)tis censibus ut supra f(ac)iendis
et eorum fructibus succedant et succedere de(be)ant D.ni Ioannis et
Pompeius eius germani f(rat)res et eorum heredes absque aliqua di-
minut(ion)e et de eis sint liberi et absoluti d.ni, Item volo, iu-
beo et mando que predicti d(omi)ni Io(ann)es Victorius et Pompeius non
possint petere, neque pretendere ab infra(scri)pto meo herede occasio-
ne servitutis tam per eos mihi prestita usque in diem mortis mea
quam per d(icto) q(uondam) Antonium eorum p(at)rem dum vixit, aliquod salarium, et
mercedem, sed t(antu)m sup(radic)ta legata eis ut supra respectium à
me facta, Item iure legati, et in recognit(ion)e boni servitii habitis
relinquo et lego o(mn)ibus aliis meis familiaribus servitoribus qui tem-
pore mortis meae ad mea servitia existerint et permanserint ultra
illud quod eis per me debetur per residuo eorum salarii scuta tricenta
monetae de iuliis decem per quol(ibe)t scuto et solvi volo per infra(scri)ptum
meum heredem infra duos menses sequita mea morte, et ista scuta
tricenta illis distribui et dispensari mando habita considera-
tione tam de tem(po)re servit(tut)is mihi prestita, quam de qualit(at)e personarum
et affarorum per eos gestorum, Item iure legati relinquo et lego venera-
bili Monast(er)o S(anc)ta Margarita Civitatis Narniae unum organum sive Re-
galum parvum quod ego habeo, deprecando R(everen)da m(at)rem Abbatissam
et moniales eiusdem monas(er)ii que velint esse memores in earum orationibus
orare Deum per a(n)i(m)a mea, Item iure legati relinquo et lego Ecc(lesi)a B(eatissi)mae
Virginis Mariae Vallicellae Alma Urbis vulgar(iter) nuncupatam la Chiesa

nova, scuta mille monetae de iuliis decem pro quol(ibe)t s(cu)to quae solvi et
exbursari mando in ter(mi)ne unius anno post meam mortem et unam crucet-
tam in qua adest de ligno S(anctissi)mae crucis D. N. I. Christi ligatam in auro
reposita intus quadam conetta seu capsuletta arg(en)ti inaurati cum hoc t(antu)m onere quod
R.mi D.ni presbiteri pro t(em)pore existens in d(ict)a Ecc(lesi)a teneantur et obligati
sint quol(ibe)t anno in perpetuum celebrare et celebrari facere in altare
maius d(ict)a Ecc(lesi)a unam exequiam cantatam pro salute a(n)i(m)a mea et in remis-
sionem pec(cato)rum meorum, deprecando eosdem quo velint in eorum orationibus esse me-
mores orare d(icta)m B(eatissi)mam Virg(in)em Mariam per a(n)i(m)a mea. Item dico et de-
claro al(ia)s sub die undec(im)a mensis 7bris anni 1589 seu alio veriori
t(em)pore vendidisse Ill(ustrissi)mi D(omi)ni Romulo Caesio (?) unam domum positam in ter-
ra Cesarum, ac o(mn)es meas terras et poss(essio)nes p(at)rimoniales positas et existens
in terr(ito)ri d(ictae) Terrrae Cesarum pro pretio scutorum quatuor millium m(one)tae
ut patet ex istromenta rogata per q(uondam) Ser ... Rudolphinum not(ariu)m
pub(li)cum Narniensem, et eos erogasse et expenditisse in empt(ion)e quarum
domorum positorum in Urbe in reg.e Campi Martii in Via Crucis S(anctissi)mae Tri-
nitatis in M(on)te Pincio iuxta suos fines, et in faciendo reaptari et
fabricari d(ict)as domos, ut de d(ic)tis emptionibus patet per pub(li)ca Inst(umen)ta
rogata per D. Summaripa not(ar)um Capitolinum et alios pub(li)cos Rom(an)ae Cu-
riae notarios atque § In o(mn)ibus autem et quibusqumque et singulis aliis
meis bonis mobilis supellectibus cuiuscumque g(ene)ris et Spe(ce)i et ar-
genteis stabilibus, et immobilibus ac semoventibus, iurubus et actionibus
quibuscumque ac nominibus debitorum et mihi quol(ibe)t competentes, et competitu-
ris tam presentibus quam futuris ubicumque sint vel fui(sse)nt seu reperiri
poterunt tam p(at)rimonialibus quam Ecc(lesiasti)cis meum univer(sa)lem heredem instituo, facio, et ore proprio nomino et manu mea propria scribo salvis t(ame)n sup(rascrip)tis legatis Ill(usstrissi)mum D(omi)num Federicum Marchionem Monticelli filium Ill(ustrissi)mi et Ecc(ellentissi)mi D(omi)ni Federici Cesii Ducis Acquaspartes pro summa t(ame)n et quantitate ducatorum trium millium auri in auro de Cam(e)ra et
usque ad dictam summam et quantitatem in d(ict)a mea facult(at)e testandi per S(ancissi)mum D. N.
Greg(oriu)m XIII mihi cumcessam et attributam et non ultra d(icta)m summam quod d(ict)a bona Ecc(lesiasti)ca t(antu)m, Hanc ego Romulus Caesius E(pisco)pus Narniensis
dico et volo esse meam ult(im)a volunt(at)e et ult(im)um test(amen)tum quam et quod valere
et tenere iure test(amen)ti nuncupativi, et si iure test(amen)ti non valeat, volo
et ordino valere iure codicillorum seu donat(io)nis causa mortis et o(mn)i
alio quovis meliori modo § cassans, irritans et annullans o(mn)e aliud
testam(en)tum et aliam quamcumque ult(im)am volunt(at)em per me hactenus quandoqumque seu
quibusqumque verbis et derogatoriis factas et factam, et precipuo test(ament)o
per me de anno 1600 in Urbe condita sub rogatu .......
....... et alterum testam(en)tum factum de anno 1602 seu
manu et sub rogitu q(uondam) S. Septimii Peregrini dum vixit not(ar)ii pub(lic)i
Narniensis et hoc caeteris aliis prevalere volo o(mn)i meliori modo § Et
in fide verit(at)is o(mn)ium et singolorum premissorum Ego Romulus ante
dictus feci scribere p(rese)ntem meum test(amen)tum ad p(rese)ntiam meam per
R(everen)dum D. Paulum Pacettum de Terra Colliscipionis Narniensis dioc(es)is
mihi confidente et mea propria manu subscripsi in p(rese)ntiam duorum
testium qui simil(ite)r se subscriberunt,
Actum in Abbazia S(anc)ti Angeli

in Massa posita in terr(itori)o Narniensi in domo meae solita habitat(io)ni
dum mense et anno quibus supra
Ego Romulus Cesius Eps Narnien ita dispono in omnibus
et per omnia prout in pr(e)senti testamento continetur et in fidem mea
propria manu subscripsi
Ego Marius Busellus phi.s Aretinus presens fui
sup(rascrip)ta suscritioni
Ego Ioannes Hekius Danentriensis suprascriptae subscriptioni presens fui

AST – Archivio Notarile di Narni, vol. 369, c. 225R

Federico Cesi fondatore dell'accademia dei Lincei


Romolo Cesi Vescovo di Narni dal 1566 al 1578
Figlio di Venanzio  Cesi e Filippa Uffreduzzi    Nasce a Narni nel 1533 ed è fratello del Cardinale Pietrodonato Cesi Seniore futuro, reggente di Bologna.

Morirà a Narni  nell’abbazia di Sant’Angelo in Massa a Taizzano nel 1607.



Federico Cesi nella abbazia di Sant'Angelo in Massa


L'abbazia in quel periodo era tenuta da Romolo Cesi zio di Federico il linceo, donna Olimpia Orsini insieme ai figli chiamavano Romolo lo zio Monsignore.

Della vita di Federico nella Abbazia scrive anche Giuseppe Gabrieli che nel 1940  per conto della Accademia dei lincei , scrive per la rivista Latina Gens,   riprendendo alcune lettere di Federico Cesi :
Questa è l'antica abbazia benedettina di S. Angelo in Massa presso la frazione narnese di Borgheria, della quale fu nella metà del secolo XVI abate commendatario Romolo Cesi di Venanzio già vescovo di Narni negli anni 1566-1578; il quale , ritrattosi colà dopo la sua forzata e per niente onorata rinunzia al vescovado, vi restaurò la chiesa , vi pose parecchie iscrizioni , vi si costruì un sepolcro , dove posò morendo il 15 maggio 1607.

Federico come detto era spesso a S. Angelo e da alcune lettere si lege anche la sua presenza anche per lunghi periodi come ad esempio negli ultimi mesi del 1606 ed i primi del 1607 , in compagnia di un suo amico linceo Monuro ( medico fiammingo Giovanni Ecchio uno dei quattro soci fondatori dell'Accademia dei Lincei ). In tale periodo Federico è per la prima volta tra i Priori di Narni.

In una lettera a Francesco Stelluti, in data 17 gennaio 1607 , Federico dice " nella Badia Angelica, primieramente solitario, hora filisofo et speculante, hora cacciatore et ruricolo. Et di lì a terni, a Velini Fonti, a Horte, visitando et osservando.....".

Romolo Cesi lascia a suo nipote
Federico Cesi il Linceo
la sua Eredità e l'abbazia di
Sant'Angelo in Massa.

 
dopo la morte di Romolo a Maggio del 1607 aprono il testamento e vedono che Federico Cesi è l'unico erede allora compilano l'inventario dei beni di Romolo e Federico Cesi nomina suoi procuratori due persone che seguono i lavori di inventario, testamento con beneficio di inventario...
Nel fascicolo che contiene il testamento qui trascritto, si trovano altri interessanti documenti che possono dare un’idea più definita circa l’ammontare del patrimonio ereditato da Federico, purtroppo mai specificato nel dettaglio. In particolare due procure istituite dal Linceo a favore di Pietro Prosperi di Citerna e di Girolamo Gaonam, spagnolo, la prima necessaria a prendere “corporale possesso” di tutti i beni e i terreni lasciati al marchese di Monticelli nelle Terre Arnolfe, la seconda di quelli a lui spettanti nella città di Roma, fanno ritenere che si trattasse di un lascito di notevole importanza. Suggestivo anche l’inventario di tutti i beni mobili rinvenuti all’interno dell’abbazia di sant’Angelo all’indomani della morte del Vescovo emerito, di cui si dà dettagliata descrizione. Si può notare come all’interno della prima camera inventariata si trovassero oggetti personali del marchese di Monticelli, segno chiaro che Federico avesse allora una stanza a lui riservata nell’abbazia, dove evidentemente risiedeva con una certa frequenza.

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Die 18 maii 1607, pontificatus anno 3°
Inventarium omium et singolurum rerum et bonorum relictorum per bona memoria Illustrissimi et Reverendissimi D. Romoli Cesium Episcopum Narniensem et repertorum in istantiis Abbatie Sancti Angeli in Massa
et in Ecclesia dictae Abbatiae positae in territorio Narniae, ac in stantiis existens in viridario
ab extra dicta Abbatia factum per me notarium publicum infrascriptum in presentia
infrascriptorum testium pro parte et ad instantiam Illustrissimi et Excellentissimi Domini
Frederici Cesii Marchinis Monticellium heredis testamentarii pre dicti Illlustrissimi et Reverendissimi Domini Episcopi Narniensis
2
In primis, in sala una credenza di legname con tre scalini sopra
et parapetto a torno, nova
Una tavola longa con suoi tre piedi rusticamente fatti, et vecchi,
Un tappeto longo sopra detta tavola quale fu messo sotto a monsignore
illustrissimo quando morse
Quattro bancali à scalella bianchi
Un candelliero di legno alto depinto
Un tavoliero rotto
Tre scalelli depinti con l'arme di monsignore illustrissimo bona memoria
Una portiera di corame indorata di tela turchina
Un paro di capofochi rotti con palle di ottone
Una paletta e due tirafocho da camino

Nella prima camera dell'appartamento di sala
una trabacca di noce con panni un poco indorati

3

Un cortinaggio di panno paonazzo con trine et francie paonazze
... Un telo da lato di detto cortinaggio
Tre matarazzi,
Un pagliariccio
Un capezzale con un merchio(?) che trento ci è F. C.
Due coltre di tela bianca
Un paro di lenzola
Una credenza depinta verde, gialla, et rossa
Casse da viaggio foderate di vacchetta negra con sue serrature, et
Chiavi
Un tamburo grande foderato similmente di vacchetta con sua serratura
Et chiave dentro panni de sencitori(?)
Una portiera di corame con l’arme dell’Illustrissimo Marchese
Monticelli

Nella seconda camera
Un candelliero alto di legno depinto con l’Arme di Monsignore
Un tavolino à telaro,
Un scalello depinto con l’arme di Monsignore Illustrissimo bona memoria
Una brocca di rame da bottiglia...
Una catinella di terra di Deruta con l’arme di Monsignore
Due cassette di rame servitio,

4

Un forziero coperto di vecchetta negra con bollette bianche voto
Un credenzone depinto a porfido con sua serratura et chiave
Con dentro l’infrascritte robbe:
Un giuppone di ermesino negro figurato in due parti foderato
di rivesto novo,
Un giuppone di Damasco negro foderato di felpa negra
Un giuppone di saietta di seta negra foderato di felpa negra,
et foderato di rivesto rosso,
Un giuppone di ermesino bianco foderato di tela bianca,
Un giuppone di ermesino rigato negro foderato di bambacina bianca,
Un giuppone di capicciola negro frusto assai in due parti foderato
di bambacina bianca,
Una camiciola di riverso rosso frusta bene, con mostre di bambacino
bianco
Una camiciola in modo di bosico(?) di riverso bianco foderata
di riverso con capiette di seta bianca
Un giuppone di ermesino bianco senza maniche mozzo,
Giupponi della notte di bambacina foderati di
tela bianca tutti frusti numero sette ----

5

Un paro di calze fatte ad otri con ginocchini di ermesino negro rigato foderati
di bambacino bianco,
Un paro di calze ad otri con calzette sane attaccate di panno negro foderate
di bambacino
Un paro di calze ad otri con calzette sane attaccate di panno negro tutte tignate
foderate di riverso rosso,
Un paro di calze ad otri di ermesino rigato con calzette di panno negro sane
attaccate tutte mozze et tignate
Un paro di calze ad otri di rasca capicciola et calzette intiere di panno attaccate foderate
di bambacino
Un paro di calze di panno negre fatte alla martigana tutte lise con sue
calzette intiere attaccate
Un paro di calze di canozzo ad otri con capiette et ... di seta bianca
usati,
Una sottana di panno paonazzo lunga con mostre di ermesino rosso da prelato
Un mantelletto del medesimo et
Un cappa di saietta paonazza episcopale tignata
Un mantelletto di ciambellotto paonazzo con mostre di ermosino rosso tignato,
Una zimarra di sagia(?) drappata foderata di riverso paonazzo con mostre di
velluto negro,
Una zimarra di damasco negro ad opra foderata di riverso paonazzo, et
mostre di scollato negro

6
Una zimarra di toletta negra foderata di riverso paonazzo con mostre di felpa
negra,
Una sottanella di capicciola con maniche di damaschetto negro foderata
di riverso paonazzo,
Una sottanella corta da tenere in letto di panno negro et capiette di seta negra
Due cappelli di ermosino ... con passamano verde, et l’altro negro,
Un altro cappello di ermosino negro con passamano à boma(?) verde,
Un paro di calze ad otri di pelle paonazza mezzi guasti, senza calzette
foderate di bambacina bianca,
Una portiera di corame con l’arme del marchese Monticelli,

Nella 3ª camera
Tre pezzi di corame indorati con l’arme di Monsignore
Una portiera di corame con la medesima arme di Monsignore
Un quadro ritratto del Cardinale Aragona,
Un credenzino con un studiolo di noce sopra con l’arme di Monsignore
Sedie di vacchetta di fiandra n° cinque, una di esse fatta alla francese et
all’altre con francie di capicciola rossa
Un tavolino di noce fatto a talamo,

Nella 4ª camera
Quattro pezzi di corame indorati et inargentati, con la portiera
Una lettiera con sue colonnette et banchetti di legname bianco con padiglione
di taffetano doppio cagnante con mostre gialle, et francie rosse et una
con il suo capuccio

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Due coperte di lana una rossa, et l’altra bianca
Un paro di lenzoli, un cosinetto con foderetta, Un capezzale due mata-
razzi, et un pagliariccio,
Una credenza di noce con due armarii et due tirafori,
Una sedia di noce di vacchetta rossa con francie di capicciola rossa,

Nella 5ª camera parata tutta di corame d’oro con fondo rosso,
Una lettiera di noce con pomi dorati, et verdi,
Un cortinaggio di raso rosso, foderato di taffetano rosso guarnita di broc-
cato giallo con francie d’oro, et seta rossa, et con la coperta del medesimo
...
Una coltra di taffetano verde foderata di tela turchina,
Una coltra di ermosino giallo foderata di bambacino bianco,
Una coperta di corame grosso verde
Un guancialetto con sua foderetta,
Un paro di lenzola, un capezzale, tre matarazzi di lana,
Due sedie alla franzese con corame, et francie di capicciola rossa
Un tavolino di noce con un manacordino(?) sotto, con sua coperta di corame
rosso,
Una sagietta foderata di panno paonazzo con ... di raso,
Un quadretto don l’imagine dell’Adorazione dei Maggi con telaro di noce inta-
gliato con l’arme di Monsignore et
Un vasetto di argento da l’acqua benedetta.

Nel sesto stanziolino non c’è niente

8

Nel settimo stanziolino la cappelletta con un quadro incorniciato intagliato meno ...
... con Christo ... la Madonna San Giovanni Battista et San Giuseppe,
Il parato dell’altare di toletta di serio(?) di argento con lini d’oro racamato
à torno,

Nell’ottava stanza detta la saletta parata di corami con l’arme di Monsignore
Una tavola longa di albuccio con trepiedi et una coperta di corame
frusto assai,
Due sedie di noce di corame con francie di capicciola verde vecchie
assai,
Un studiolo di noce con suoi tiratori intagliati,

Nel primo camerino di detta saletta parata con tre pezzi di panno di razzo figurati,
Un tavolino di albuccio à telaro con suo corame mozzo di sopra,
Una sedia di noce et velluto verde tutto stracciato,
Una lettiera ... di noce con sue colonnette con la trabacca di panno verde
guarnita di francie di seta verde,
Una coperta di cottone grosso frusto di colore turchino,
Una coperta di lana bianca frusta,
Un paro di lenzola
Due matarazzi, Un capezzale, Una saietta di panno verde corta
Un cantano di rame,

Nel 2° camerino di detta saletta con due pezzi di panno ... razzi figurati,
Un tavolino di noce, un banchetto fatto a scalelli depinto, Una sedia di noce
con corame rosso,
Una lettiera di noce ... con sue colonnette con trabacca di ermesino verde et francie verde

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Una coltra di taffetano giallo, foderata di tela turchina,
Una coperta di panno paonazzo foderata di tela turchina, et francie di seta
Un paro di lenzola, due matarazzi, et un capezzale di lana,

Nella loggetta Una tavola longa di albuccio rusticale con suoi trepiedi,
Un banco longo depinto fatto a scalelli rosso,
Tre banchi longhi d’albuccio con piedi à pii rusticelli,

Nella camera dove dormiva Monsignore parata di corame indorati con l’arme di esso
Monsignore
Una lettiera di noce con pomi indorati con la trabacca di rasca paonazza
et suo torna letto con francie di seta negra, et capiette
Due matarazzi et Un capezzale di lana,
Una coltra di taffetano verde
Otto coscini senza foderette, et uno con foderette,
Una sedia di noce et corame rosso con francie di capicciola rossa
Un tavolino di noce à telaro
Un altro tavolino piccolino, coperto tutto di corame
scalelli depinti, n° tre,
Un studiolo di noce, con sopra Un orologgio con la sua cassa di corame negro, et
sua serratura
Un studiolino da tenere cose di spetiani con dentro vasetti di stagno, et la sua
serratura, et chiave
Un quadretto con l’imagine della Madonna con Cornice di Ebbano
Due banchi fatti a scalelli depinti dentro alli quali vi sono l’infrascritte cose, cioè:
Un panno di Corame con l’Arme di Monsignore nel altare della Cappella ... in detta camera

10

Una tavola d’altare da Gloria, uno scalilletto d’altare,
Camise n° venti una, Berettini di tela n° sei, Tovagliole n° tre
Un scatolone tondo depinto di noce con altri scatolini,
Un cassittino foderato di corame rosso
Una pezza da stomaco di bambacino
Una manizza di pelle di Golpe, Un berrettino rosso di taffettano dalla ...
foderato di tela bianca
Un berrettino di taffettano foderato di tela,
Una scopetta, .............................................

Nel camerino dippresso alla suddetta camera che ... in sala appresso alla credenza parato tutto di corami in-
dorati,
Un credenzino di noce con diverse casette da tener cose di spetiani, con varii vasetti
et da lato diversi fiaschetti di acque stillate
Un tavolino coperto di corame indorato dinanzi et sopra
Un studiolino coperto di corame negro con sua chiave et serratura,
Una immagine della Madonna Santissima di Loreto con cornice di ebbano et taffetano paonazzo
sotto
Un calamaro alto coperto di corame, et miniato d’oro, vecchio,
Un agnus deo quadro racamato d’oro con sotto ermesino verde,
Una sedia di noce rotta, con velluto et francie verde,
Un’altra sedia vecchia di noce et corame, Una tavola con trepiedi d’albuccio con
panno verde sopra et davanti frusta, tre scalelli depinti,
Un studiolo d’ebbano con due manichi d’argento angolato, d’argento da tutti lati,
Un orologetto con sua mostra da contrapesi con sua cassa alta.
*** con sei anelli et due cerchietti d’oro et un reliquiario d’argento inorato con del legno della Santissima Croce di Nostro Signore dentro ad una borsetta di tela d’argento ... ...
Un calamaro et polverino tondo foderato di corame, due sigilli di ottone di Monsignore
Un orinale di stagnio
Tre pezzi di tovaglie ..., Quattro pezzi di tela ... da far camise
Due canne di Cortina, Mezza libra di filo candido,
Zuccaro da libre 5 ò vero 6, Pepe da libre cinque incirca Garofani .... ...
et noci moscate in tutto da libre sei incirca

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Nel primo camerino nell’Intrata della sala grande dove si fa la credenza,
Un baule d’argento con l’arme di Monsignore con suo boccale,
Quindici tondi d’argento, et Quindici Piatti d’argento con l’arme di Monsignore
Una saliera d’argento sopra indorata fatta à sepoltura,
Un’altra saliera d’argento con la sua peparola(?),
Due saliere d’argento a navicella,
Quattro candelieri d’argento da tavola grandi,
Un candeliero piccolino d’argento,
Un smocatero(?) et Una ... d’argento,
Cucchiari d’argento n° otto, Item due cucchiari d’argento piccinini,
Forchette d’argento sei, et una rotta, Una forchetta piccola d’argento
Sottocoppe d’argento con l’arme di Monsignore,
Cucchiari d’ottone n° dodici, forchette n° ondici, etiam di ottone,
Cortelli da trinciare Nove
Forchette da trinciare n° sette,
Cortelli da tavola di più sorte n° Venti,
Candelieri di ottone sette, Candelieri di ottone da olio n° tre,
Una lucerna di latta da olio con piede alta,
Piatti di stagno n° otto, piatti piani di stagno da tener bicchieri
n° tre
Un boccaletto di stagno, scaldavivande di rame n° tre due rotti
et uno intiero,
Un vintaglio da tavola grande
Un baccile d’ottone et una cucuma di rame coperchiato da barbiero,

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Due broche di rame una coperchiata mezzana et l’altra più grande,
tre pusate di magiolica, sei salette di magiolica
Quattro sottocoppe di magiolica, Baccili sei, et tre boccali di ...
sette fruttiere di magiolica,
Un paro di cestoni ovali da campagna foderati di vacchetta negra
con sue serrature et chiavi, dentro le infrascritte robbe:
Tovaglie da tavola grande et piccole n° otto, Dodici
sciugatori, dicissette di ... sorte, Bavaroli n° quattro,
salviette n° settanta
Una credenza adornata di noce con due stantioli, et due tirapani(?),
Un letto in forma di credenza depinto de fiori rosso, con un matarazzo,
Un paro di lenzola, et una coperta di lana bianca,
Un cucumo di rame vecchio, Una cassetta da metter cortelli,
Due fiaschi di stagno piatti de tener olio, et aceto,
Una tazza di stagno,
Cortelli di ferro n° dicisette,
Due viti da ... ...
Un cassettino piccolo foderato di corame da portare piatti in campagna
con sua serratura e chiave,
Un scalello depinto con l’arme di Monsignore
Una tavola con suoi trepiedi rustici per credenza
Una tavoletta da piegar salviette,
Una cazzoletta di rame con il manico, Una lucerna di ottone con tre lumere(?)
Una tavola da magnar in letto, Un porta mondezze

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Una conca di rame con due manichi da Bottigliana

Nella prima stanza à capo alla scala
Un candeliero di legno alto depinto di verde(?),
Due tavole rustiche senza trepiedi
Un pagliariccio, Tre pezzi di tavolette
Un focone(?) di ..., Una sedia di noce con corame frusta,
Un bariletto
Una ... da foco,
Due casse foderate di corame da campagna vecchie
Una vite da cacciar olii,
Una credenza depinta di varii colori,

Nella 2ª stanza che segue dentro alla suddetta:
Due scalelli depinti, con sopra due tavolette lunghe strette
Una tavola grande di albuccio con suoi trepiedi,
Tre sedie di noce con corame assai ... et una di esse fatta alla
franzese,
Un paro di banchetti, et tavole da letto,
Un pagliariccio, un matarazzo di lana,
Due linzola, et una coperta verde di rivesto,
Una segietta tonda foderata di corame
Una brocchetta di rame mezzana,
Due matarazzi in lana
Una coltre bianca, Una coperta di lana sopra,

Nel salire delle scale di sala
Un sandeliero alto di legno,
Nel portico per andare di sopra alla stanza, Un lanternino di vetro con sua girella et corda

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Nella stanza incontro alla cosina:
Due pezzi di corame indorati
Un credenzone per il letto, con dentro quattro matarazzi
Un paro di lenzola, Una portiera verde per coperta
Una coperta di lana verde, Una coltrina di bambacino,
Un capezzale,
Una cassa d’albuccio con dentro un pagliariccio vecchio
Una cassa foderata di corame negro da campagna con sua serratura
con dentro l’infrascritte robbe:
Un canestrino di corame rosso con sua chiave et serratura
Due armi di broccato di Monsignore una con la Mitra et l’altra
con il cappello,
Una foderetta di tela bianca con dentro stracci,
Un saccho dentro libbre 50 di sale in circa
Una canestra coperchiata con manico et una fatta à navicella di
vinchi,
Tre camisciole cioè una di bambacina, et due di tela
Un giuppone di bambacino fatto in due parti in bocazo con due guardapetti,
Una caccianoschina di penne bianche frusta,
Due catinelle grandi di maiolica con l’arme di Monsignore
Quattro scudellini cuperchiati di maiolica da brodo,
Due brachettine di maiolica,
Tre boccaletti di maiolica con l’arme di Monsignore
Due fiasche di stagno, Una bottiglina tonda di rame,
Un studiolino vecchio

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Un sottocoppa di maiolica con l’arme di Monsignore
Una ... di golpe,
Un pezzetto di corame indorato con Sant’Angelo in mezzo

Nella stanza della pasticceria attaccata alla cosina,
Quattro conche di rame,
Tre caldari, due grandi ed uno mezzano con li suoi coperchi di ferro et di rame
Cinque cazzole due grande due mezzane, et una piccolina,
Tre padelle di ferro una grande, una mezzana, et l’altra
piccolina,
Nove spidi, tre spedieri, un trepiedi grande, sei trepiedi piccolini,
Un fornello di rame da far pasticci con suo coperchio,
Quattro graticole, Una grande, et tre piccole,
Due cucchiare da maccaroni, quattro bastardelle di rame due picco-
line, una grande, et una mezzana,
Item, doi bastardelle piccoline
Navicelle piccoline di rame quattro,
Tielle sette tra grandi et piccole, di rame,
Colatori di rame due, uno grande, et l’altro piccolino
Coperchi di rame tra grandi et piccolini n° tredici,
Leccarde di rame due, due ratta cassie
tredici cucchiare di ferro di più sorte,
Due caldarini da far minestre
Un’astaterra, Una terrina di stagno, Uno schizzo,


16

Cortelli grossi di ferro n° due,
Cortelli mezzani n° cinque
Un cortello più piccolo
Due forchette, Un ... di ottone da pasta,
Due stampe da pasta di stagnio,
Due imbutatori di latta piccoli
Tre bastoni da stender pasta, Un bastone da maccaroni,
Due spedieri piccolini, Un oncino da carne di ferro,
Un oncino di legname con chiodi da tenere la carne con sua corda
Due cucomi di rame,
Due mortari di pietra con un postillo di legno, uno grande et l’altro piccolo
Due mortari di metallo con suoi pistilli piccoli
Padelle da castagne due, una vecchia, et l’altra poco bona,
Una forcina da pigliare rame, et altro,
Una spezzatonni(?) piccinina di rame,
Due palette da forno di legno,
Un baccile, et un baccile di terra
Tazze da frutti di terra n° tre,
Piatti grandi di terra di magiolica con l’arme di Monsignore quattro,
Una catinella di magiolica da lavare le mani con l’arme di Monsignore
Una tavola da pasta con suoi piedi,
Un’altra tavola da tirar robbe di cucina,
Un bancale fatto a scalelli depinto,
Una cassetta logora,

17

Tre vasetti da confetture di terra,
Un canestrino piccolo da tener speziane,
Due setaccie, una lucerna di latta da olio con piede alto,
Un scalello depinto,

Nella cocina
Due tavole con suoi piedi
Una cassetta, Una scatola di latta da tener cial...
Due lucerne di ferro ordinarie
Un paro di capofochi uno a conocchia, et l’altro a palla,
Due pale da forno,
Un coperchio del forno della cocina di ferro, rotto
Piatti di stagnio grandi n° sette,
scudelle di stagno n° ventitre,
fondi di stagno n° quarantadue,
Un aciarino,
Fondi di magiolica n° centodicisette
Piatti mezzani di magiolica n° otto,
Pignatte di terra grandi n° quattro, pignatte mezzane n° otto,
Una catinella grande di magiolica con il piede rotto
Tre pignatte con li manichi di terra da conserva,
Una lucerna di terra da ...llare,
Tegami di terra di varie sorte n° sette,
Una borsa di corame,
Una cesta à canestra di vinchi coperchiata,

18

Nel camerino di sopra alla camera che sta appresso à quella di Monsignore
Una cassa di noce,
Due cassettini intertinti(?) di bianco et negro
Un cassettino più piccolo di noce,
Una veste da portare li ... di corame turchino,
Un feltro paonazzo

Nel primo stantiolino sopra la cappelletta
Un tavolino d’albuccio à telaro, coperto sopra et davanti di panno verde,
Un studiolo vecchio foderato di corame con il frontespitio d’argento,
Un banco a tre scalelli depinto guasto,
Un scalello depinto, Un tamburo coperto di corame negro,

Nel studiolo appresso al detto stantiolino
Statuette di bronzo piccole n° quattro
libri pezzi centosettantaquattro di varie sorte quali stanno sopra certe
tavole poste in due scalelli depinti,

Nel 2° stantiolino sopra detta cappelletta con due panni di razza, et un pezzo di sag-
gia verde
Un tavolino sconcio, Un scalello depinto, due cosini di corame,
Una lettiera vecchia di noce senza colore
Due matarazzi con il segno del Marchese Monticelli,
Un capezzale, due cosini con le foderette,
Un paro di lenzola, Due coltre di tela bianca,
Il sopracielo di ... di saggia verde con francie di filaticci
et verde,

Nella stantia di tinello contiguo alla cosina,
Due tavole longhe, Due bancali, Quattro banchetti longhi ...
rustici, Item tre banchetti longhi simili,

19

Quattro scalelli depinti verdi,   
Un credenzone con sue serrature et chiavi,
Un candeliero di ottone da tavola,
Un tavolino da tener boccali sopra,
Boccali cinque di stagnio, Una parata entro(?) boccaloni di terra rossa,
Un bigonzo, Un porta mondezze,
Due stagne da tener bicchieri sopra la tavola,
Quattro tovaglie
Un fiasco di stagno alto con catenella, Una Conca di ramo,

Nella cantina incontro al tinello
Quattro botticelle due vote, et due voti sino a mezzo in circa
Un paro di barili, Un sgolaro di rame con manico di legno,

Nella cantina contigua alla chiesa
Botti nove, delle quali tre n° sono piene, et una mezza, et l’altre vote,
Un imbottaro di legno,
Due cifarelli,
Due para di barili voti, Un imbottaro piccolo di latta,
Un tavolino piccolo cattivo, Item una botte vota,

Nella cantina incontro alla suddetta
Botti quindici delle quali ne sono piene dodici, due vote, et una mezza vota,
Una cantinetta da viaggio foderata di corame negro con fiaschi di vetro et sua ser-
ratura et chiavi,
Due cifanelli di legno,
Nell’entrone tra le dette due cantine, Quattro ... con sui cavalletti,

20 

Nel cortile Una caldara da cocer mosto(?) con suo coperchio di legno murata sopra
la focaccia(?)

Nella stalla che sta sotto alle stanze nel detto cortile
Due somari con suoi busti et finimenti
Due para di ceste,
nella stanza del Garzone dietro la suddetta stalla
Tre matarazzi, Un pagliariccio, Una coperta di lana bianca, et
Reti da paglia n° sette, Un paro di lenzola grosse cattive, due pezzi di coperta stracciati,
... Reti da caccia n° quattro tre con le sacocce, et l’altra senza,
Un paro di bigonzi, Una lucerna di ferro, Un accetta,
Due scalelli depinti,
Un paro di capofochi di ottone, con molle
Due casse vecchie Una ronca da scarupare,

Nel camerino sotto al portico della chiesa
Una lettiera di noce ... con un matarazzo et un capezzale, con la
trabacca di ermesino verde, con francie di seta verde
Una tavola d’albuccio con sui trepiedi
Un banco fatto a scalelli depinto ... ..., Una caccianesca(?) grande di panne
bianche, Un calamaro di maiolica, Un brochettino di maiolica
con l’arma di Monsignore
Un studiolo di noce con suo credenzino sotto,
Una casetta di abete, Un tavolinetto piccolo con corame davanti,
Una catinella di maiolica,
Una sedia di noce con velluto et francie verde, Una sedia fatta alla francese con
corame rosso et francie verde vecchia
Due sedie grandi fatte à foggia di lettiga con le sue ..., Una foderata
di Damasco paonazzo, et l’altra di ermesino verde rigato con sue coper-
te di tela, una verde et l’altra turchina,

21

Un sgabello depinto,

Nella stanza del ferro(?) la paratura di ferro,
Due campane da stillare murate,
Due pale da infornare
Un tiratore di bragia, Una sedia di noce con corame rosso bassa,
Un scabelletto rustico vecchio, Un ... cesto,
Una paletta da camini ... di ferro,
Dieci pezzi di tavole con otto pannelli

Nella stanza del furlone(?), Un furlone(?) con tutti suoi ordenghi(?),
Due quarti da pigliar farina,
Due banchi alti con tavole sopra da ...,
Due matarazzi, Un capezzale, Un lenzolo et due coperte di lana
bianca frusti,
Una lucerna di ferro da olio, Un bigonzo,

Nell’altra stanza detta la stufa, la mastia da fare il pane
Una tavola da spianare, murata,
Una raspa et raschiatoro di forno,
Tre matelli, Un cucumo, et Una brocca di rame,
Un trepiedi di ferro, Una setaccia,
Una stera(?),

Nella stalla appresso al forno, Un cavallo di pelo rosso con sua sella et finimenti,
Una copertina da sella di corame, Una lucerna di ferro,
Una striglia, Una forcina di ferro, Due Grini(?), Un crivello

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Nel camerino vicino à detta stalla
Un letto di tavole con bruschetti
Un matarazzo vecchio, una schiavona(?) vecchia,
Un tavolino rustico, Un scalello depinto
Una sedia alla franzese vecchia,
Un banchetto da sedere basso con quattro pie  rustico,
Una fiasca di legno, Una colatora da mele di saccho,
Un funichio(?), Un pennello da imbiancare,
Un palo di ferro, Un piccone di ferro con manico di
legno, Un bidone con manico di legno,
Un rastello di ferro con manico di legno,
Una vanca di ferro con suo manico,
Un seconcino a due mani,
Una seca, Un roncio lombare(?)
Un tinicello grande, Una zappetella, Un roncio alla lombarda
Un paro di tenaglie grosse, Due cerchietti di ferro da carozza
Un coperchio da scaldaletto di rame, Una lucerna di ferro,

Il pollaro

/    /    /    /    /

Nella stanza posta sotto alla palombara
Botti sei vote, Tine n° cinque
Una scaletta à pia, Due para di bigonzi, Un paro di barili
Un banco da falegname, Una soma di carbone, Una pala cattiva di ferro

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con manico di legno, Una cesta grande rotta,
Un botticino d’aceto nel caminetto piccolo appresso alla detta stanza,

Nella cantina della Palombara con gran numero da botti
Quattro ... da ...
Un poche di fascine,
Quattro colonnette di albuccio da letto,

Nella stanza sopra alla stalla
Una seca gande,
Diverse fascine, et legnamacci cattivi,

Nella stanza sopra alla suddetta cantina Vena rubia cinque incirca
Una pala di legno,
Una ...

Nel stantiolino sotto la palombara
Brocche da olio numero venti vote,

Nella stanza della dispensa al piano del cortile,
Un studiolo depinto verde da tener spetiane
Un pezzo di corame ..., avanti detto studiolo,
Una brocchetta di rame, vota
Una mattera grande,
Una tavola con li trepiedi rustica
Un regaletto, Due cacciamosche grandi cattivi
Doi scaldaletti, Un quarto di legno, Un paro di alabarde,
Un sediciano, Una cesta dentro ceci et fascioli,
Due vetri da stillare cioè un bagno maria
Farina in tre sacchi circa quarti cinque

24

Un sacco voto, un feltrino, un sacco vecchio, un pagliariccio,
una credenzetta rustica, due catinelle di maiolica
una tiella di terra con quattro maniche,
mesure da olio di latta n° sei, un imbutaro di latta,
un schifo(?) di legno, un scalello depinto, un bigonzo, una corigna de
vinchi, un tavolone largo
Due vettini grandi et in una di esse un recentaro d'olio incirca
due brocche ... piccioni sott'olio,
sei brocche da olio vote, un sediciaro, una pala di ferro senza
manico, un paro di lini da far ostie
Una lanterna di latta, un pezzo di ... ... ... di libbre sei incirca
una forma di cascio di libbre ... incirca
fiaschi di scarsa n° dieci, una casetta da melangole
una impezzatura di ferro, due cartoni da portiere,
un ramaiolo di ferro, una giusta di terra grande,
una trappola da sorci, un Arma del cardinale Aldobrandino
una astatera grossa, uno calamaro grande fatto a ... di noce,

Nella stanza dell'altra dispensa, stanza sopra alla suddetta
Pezzi di lardo n° ventisette
Pezzi di presciutto, spalle, et barbaglie in tutto n° sedici,
grano rubbie dieci incirca
candele di sego libbre cento incirca
una laterina(?) da tener carne, una bilancia
una maddara, et un cortello grosso
due casette da candele, un paro di trespidi alti

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Due mesali, un antista di reti da pescare, item una vara con   
bastoni da pescare un quarto, una taccola longa rustica con trepiedi
un banco da falegname
un ceppo da tagliar carne, una pala di legno,
un oncino a grappelli per carne, un bigonzo, una brocchetta di rame,
un tamburo vecchio,

Nella stanza più bassa della sudetta
due crivelli et un panatoro da conciar grano
amandole in coccia mezzo rubbio in circa
una campana di terra da stillare, un fondaretto(?) di terra,
due pitaletti di terra piccoli, una ragnea con la sacoccia
un secone, un pennello da imbiancare la sua asta longa
due casse cattive senza coperchio,
lupini circa tre sediciani, scope da camera dodici,
una sedia con le sue rote da basso di noce et corame rosso, et francie di
filaticcio rosso
Due anetti, due zeppe di ferro, ordenghi da voltare spedi di ferro,
un paro di molli da foco,
una falce fenara, tre vanghe guaste, tre picchioni, diversi ferracci,
tre chianolli(!) da portare piccioni,

Nella stanza appresso alla prima porta al cortile dell'Abbatia
quattro alabarde, una rotella, un banco longo rusticale, un funicchio

Nell'altra stanza appresso alla suddetta un letto di tavole con suoi banchetti
Due materazzi, una sedia di noce senza corame guasta

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Un scalello cattivo, due lenzola, una coperta
Un scaldaletto di rame, una barella di legno senza rota,

Nelle stantie nove di sopra
Un letto di tavole con banchetti, Un matarazzo, un pagliariccio, una coperta
frusta
Una sedia di noce alla franzese di corame rosso, et francie verde
un capezzale, un guanciale con la foderetta,
In un'altra stantia
Un tavolino d'albuccio à telaro
Un banco lungo con pii, Un banchetto piccolo alto con tre pii

Nella stanza detta la fruttiera,
Archibuggi à miccia otto, soffioni a miccia cinque
Una tavola con suoi banchetti vecchia rustica, due cassani di abeto,
Un forziero coperto di montone negro,
Una coltra di taffetano verde foderata di tela vecchia,
Due cosini senza fodera, un cosino di pelle, un scalello depinto,
Un mortaro di marmoro, una palla tonda di marmoro,
un studiolo vecchio di legname, una brocca di rame da renfrescare,
una refrascatura di latta, con sua fraschetta dentro,
tre fiaschi cattivi di stagno, un porta berretti vecchio,
due para di stivali vecchi, una calza da imbottare vino
diversi ferracci, diversi pezzi di piombo da invetriate, un funichio,
una cassa di latta da privileggi(?)

Nella camera di Urbano Spenditore
Un letto di tavole con suoi banchetti, due matarazzi, un capezzale,
una coperta di lana frusta, un'immagine della Madonna depinta

27

in tavola
un armarietto, una cassa coperchiata con serratura et chiave, due scalelli
depinti, due scalelli rustici vecchi, un porta mondezze
un tavolino à telaro, una stora(?), un candeliero di ottone,

Nella camera di Don Bernardo e Don Francesco
tre pezzi di corame, una lettiera senza colonne, un pagliariccio,
tre matarazzi, un caperzale, quattro guacialetti, un paro di len-
zola, una coperta verde, una coperta rossa, et una coperta di lana
bianca, una coltra con ...
un padiglione giallo di saietta con suo tornaletto con francie turchine et
gialle
Un altaretto con un crocifisso in drappo fatto ad opera dinanzi parato con
pezzi di corame,
un quadretto di gesso à cartone(?) cotto, una cassa longa fatta à scalelli depinti
con l'arme di Monsignore
Sei scalelli tra vecchi e novi, tre sedie di noce con corame,
una cassetta vecchia di noce, tre candelieri di ottone,
un tavolino con tappeto di pelo rigato, un armarietto ... tavolino coperto
di corame,
un crocifisso di drappo vestito rosso, un telo di lenzolo usato,
item un altro paro di lenzola, un sciugatoro longo di bambace frusto
salvietti n° nove

Nella camera di Don Bernardino contigua alla suddetta con tre pezzi di corame
un letto di tavole con suoi banchetti, tre matarazzi, due para di lenzola
tre coperte di lana bianca, un caperzale, un guancialetto,
tre scalelli, uno di essi merzo(!), una sedia bassa con velluto verde tutta guasta,
un tavolino col tilaro coperto di corame vecchio, un serdonio(!) con il martel-
letto, una cassetta d'abeto,

28

un sopracielo da letto di tela turchina,
due teste di marmoro con statuette, Un quadretto di parte vecchio cor-
niciato, Un scaldaletto di rame senza coperchio con manico di legname
fatto à torno,

Nella camera di Felice
un letto di tavole con suoi banchetti à pii, due matarazzi, due cosini
un pemaccio(?) longo, un paro di lenzola, tre coperte, una rossa et due
bianche, una sedia di noce con rame, un scalello depento con
l'arme di Monsignore, un banchettino stretto, un tavolino piccolo alto con pii
un candeliero grande di ottone vecchio,

In cocina. Il letto di Aristotile aiutante di cocina di tavole con suoi
banchetti, un matarazzo, un caperzale, due lenzola, due coperte
una di lana bianca, et l'altra d'una portiera vecchia,

Nella stantietta del giardino segreto,
due adacquatori di rame, un igimburo di rame con il manico
longo, due barili, uno con aceto et l'altro con mostocotto,
una cantinetta foderata di vacchetta con sua chiave et serratura
due scatole di latta coperchiate da caldonieri(?),
un scatolone bianco con seme di lattuca, sei fiaschi, due barattoli,
di terra, due scalelli cattivi,

Nella casella del vignarolo Un letto di tavole con banchetti
un pagliariccio, un matarazzo, un capozale, un lenzolo, una schia-
vina,
un banchetto corto con pié, un barilotto, un scalello, un tavolino rustico,
una cassetta da candele, un palo di ferro grosso, una vanca
una accettella picola, due pale, tre bidenti, un zappone

29

Due gravine(?), Una ronca, Due zappe larghe, Una mazza di ferro, Un
piccone, due zappe di ferro Due ronce, Un'accetta, Due falci da grano,
Un capofoco, Una padella di ferro, Due camer..., Una trappola
da sorci, due scale à pia,

Nella palombara dell'ara vecchia, Una lettiera senza tavole,
Un banco da falegname, con certi pezzi di tavole cattive sopra
Una sedia di noce con corame cattiva, un bigonzo

Nel giardino Anelle da api n° dicisette ciò è dieci con api, et sette senza,

Nella chiesa Due candelieri alti di ottone da torcie, Un legino,
Due inginocchiatori tre tappeti, Quattro bancali,
Un quadretto con l'imagine de Nostra Domina sopra l'acqua benedetta
Un parato di fondo d'oro con l'arme di Monsignore
Due coscini bianchi di tela d'argento,
Una croce di legno indorata con suo piede con Christo d'ottone sopra detto altare
Otto candelieri d'ottone ciò è quattro grandetti, et l'altri quattro più piccoli,
La carta della gloria incorniciata con legno indorato,
Tovaglie doi d'altare una de quali ha una reticella larga nel fronte-
spitio
Un sciugatoro sopra lo scalello de candelieri con reticella ai capi,
Un'arme grande di Papa Clemente Ottavo

Nell'altare della Natività et della Madonna,
Una croce d'ottone con piede, et crocifisso
Un paro di candelieri di legno indorati,
Due vasetti d'alabastro, Due palle grosse mischie
Due vasetti mischiati di ...,
Un sciugatoro di bambace filato, sopra il scalino,
Due tovaglie sopra l'altare, una doppia, et l'altra semplice

30

Un parato di dobletto violato rigato con francie di seta viola
et gialla
Una pedrilla di legno d'altare con un pezzo di panno di razzo sopra

Nella cappelletta delle Reliquie, Quattro casettini indorati sopra
d'altare con Reliquie dentro,
Un paro di guanciali di corame con il ... in mezzo,
Un velo rigato di seta rossa, una tovaglia di tela ordinaria
Una para di corame con l'arme di Monsignore

Nella stanza della sagristia, et nella chiesa
Una tovaglia di tela di lino con reticelle piccole
Un parato di corame con sant'Angelo in mezzo con due arme
di Monsignore
Un crocefisso d'ottone piccolino senza piede
Due sedie di noce, una con corame, et l'altra di velluto paonazzo
Un inginocchiatoro, Un quadro con l'immagine della pietà con sua
cornice piccola,
Una vasca di ottone dell'acqua benedetta
Un armario longo depinto con l'arma di Monsignore
Una brochetta di rame piccola, Un pezzo di corame al conf...
Un paro di ampolline di ottone, Un paro di ampolline di christallo,
et un altro paro di vetro ordinario,
Un terribile con la sua navicella, et cochiarello d'ottone
Una scatola de tener l'ostie, Un campanello di metallo
Una croce con suo piede d'ottone, Una mitra di tela bianca con
la sua cassa foderata di corame,
Quattro messali, tre vecchi et un nuovo, Un sacerdotale, Un antifo

31

nano, tre cotte, Due camisi, con suoi ametti et cordoni, Item doi altri
amitti, Borse n° dieci, Un roccetto di tela d’olanda
Corporali sei, et sei palle, Tre calici indorati, con tre patine
pur indorati, et tre purificatori, Un calice di stagno per la Comu-
nione con la sua patina,
Quattro sopra calici, Uno con l’arme di Monsignore, et un’altro con
il Nome del Giesù,
Tinicelli d’ermesino bianco due, guarniti con trine di seta bianca
Un parato d’ermesino verde rigato con l’arme di Monsignore
Un parato di tela d’argento con l’arme di Monsignore
Un parato di damasco rosso vecchio,
Un parato bianco di fondo d’argento con l’arme di Monsignore
Un parato di Cataluffo ad opra bianco et cremisino,
Doi parati di corame con l’arme di Monsignore
Un parato con fondo d’oro rosso con l’arme di Monsignore
Un parato di Damasco bianco con coltre di Cataluffo rosso
con l’arme di Monsignore
Una pianeta di Damasco ad opra bianco con stola et manipolo,
Una pianeta bianca con fondo d’argento trinata d’oro con l’arme
di Monsignore con sua stola et Manipolo,
Una pianeta di Cataluffo bianco, et Cremisino trinata, et con
sua stola et Manipolo con l’arme di Monsignore
Una pianeta bianca d’argento con trina d’oro con l’Arme
di Monsignore con sua stola et Manipolo,
Una pianeta di Damasco bianco con trina verde con stola et
Manipolo

32

Una pianeta di fondo d’oro trinata d'oro con l'arme con sua stola et manipolo.
Una pianeta violata con fondo d'oro, et trina d'argento et oro, con l’Arme
et sua stola, et manipolo,
Una pianeta di dolletto verde trinata con sua arme stola, et manipolo
Una pianeta di dolletto rigato, berettino et rosso in mezzo con l'arme, et passa-
mano verde, et sua stola et manipolo,
Una pianeta di raso verde trinata di verde con stola, et manipolo
Una pianeta di dolletto paonazzo con trina gialla con l’arma stola
et manipolo,
Due guanciali di raso rosso grandi, con trina di seta rossa,
Due cosini di cataluffo bianco et cremisino ad opra,
Un cosino di velluto verde strappato,
Un cosino di damasco berrettino ben frusto,
il triancolo della settimana Santa, Uno spaluaro(?) da acqua benedetta

Nella stantia sotto al campanile
Due vettine grandi piene d'olio,
Una vettina mezzana piena d'olio, Due vettine ordinarie da
olio, una piena, et l'altra vota,
Una sedia di noce frusta bene, due cente da portare sedie
due Ase longhe, tre serrature vecchie,
ferri da invetriare sei, una coperta di cassetta di padronesco(?) frusta,
tre palle indorate da letto, un canestro di vinchi coperchiato da due
manichi, un tirafoco di ferro, un paro di molli, una vettina
mezzana con un poco di smorca(?),
Dequibus quibem bonis ut supra inventariati preterque de illis
in ecclesia et cappellis existens mag.s et Ex. Domini Theofilo Flori-
dus de Acquasparte procuratore, Ill.mi et Ex.mi Marchionis ad hoc

... specialiter deputatus ex instrumento per me rogato, realim, actualem, et
corporalem possessionem accepit et apprhendidit ea ... cum manibus
tangens, accipiendo, et apprehendendo, et omnia et singula alia
faciendo insignum vere, realis, actualis, et corporalis possessionis
et omnia ... bona in suo pone(?) remansit super quibus §
Actum in stantiis Abbatie Sancti Angeli in Massa positae in territorio Narn.
presentem Illustrissimus D.D. Mutio Contriera Romano, et Ioanne Fabritio Du-
filantis in Flandra testibus



Si ringrazia Luca Paccara
e l'Archivio di Stato di Terni
per la collaborazione



Famiglia Cesi

Pietrodonato Cesi

Federico Zeri

San Francesco

Arte a Narni

Santo Ansano

Braidi 

Accademia dei Lincei

sito
Narnia.umbria.it

 Testamento del Vescovo Romolo Cesi
 
   AST – Archivio Notarile di Narni, vol. 369, c. 221R-225R,

AST – Archivio Notarile di Narni, vol. 918 , c. 101v-114v

Sito ideato e gestito da Giuseppe Fortunati
ricerche sui testamenti Cesi effettuati negli anni 2017-2018
edite in data 25-02-2019

 

 


 

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