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Federico  Benincasa

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chiesa di sant'Agostino soffitto affrescato

Continuiamo con le vie degli artisti Narnesi nella zona di Santa Margherita a Narni, parlando questa volta di  Federico Benincasa pittore Narnese 

Benincasa Carlo Federico A lui sono attribuiti gli affreschi dell'abside di S. Agostino in Narni e la grande tela del soffitto. fatta nel 1650 circa.


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racconta l'Eroli :

abbiam pur memoria in s. Agostino istesso in una epigrafe posta in cima all' altare di s. Niccola da 
Tolentino in questi termini :

CAROLVS FOEDERICVS BENINCASA
NARNIEN. INDORAVIT A. D. 1650

Pittore locale narnese seicentesco. La sua pittura ha lo stile del tempo. Fu abbastanza fecondo, ma gran parte della sua opera è andata distrutta. Restano affreschi firmati nella chiesa parrocchiale di Guadamello.

A Gualdo di Narni c'è il Battesimo di Gesù (1648), con firma e dichiarazione che il lavoro è stato eseguito gratuitamente. 

Anche a Vigne (Narni), nella chiesa parrocchiale, c'è una sua tela. A lui sono attribuiti gli affreschi dell'abside di S. Agostino in Narni e la grande tela del soffitto. Tra le cose perdute vanno ricordate: le edicole del monastero di S. Margherita e gli affreschi della chiesa di S. Andrea del popolo, detta Madonna della Luna (chiesa trasformata in abitazione). 

Inoltre, sempre a Gualdo, nel registro superiore della chiesa c'è un ciclo di affreschi datato 1646 come il Battesimo - di cui quattro integri, uno visibile esternamente per metà (l'altra metà è dentro la cassa dell'organo),

più una serie di frammenti che testimoniano che inizialmente tutta la parte alta della chiesa, dalla metà delle pareti verso il fondo compreso, fosse stata affrescata(un ciclo di 8 o 9 opere. Forse sempre dal Benincasa stesso, che magari come ringraziamento eseguì gratuitamente il Battesimo.

La chiesa di sant'Agostino a Narni subì delle notevoli trasformazioni verso la fine del 1600 e l'inizio del 1700 ad opera del priore del convento Giovenale Sisti, nativo di Narni: tra le varie ristrutturazioni vanno certamente ricordate le decorazioni che riguardano l'abside (con grandi medaglioni raffiguranti i vari santi agostiniani) 

e il soffitto della navata centrale che propone una notevole pittura di fine Seicento che esprime la gloria di Sant'Agostino e la vittoria sull'eresia. La tela, di notevoli dimensioni, è stata attribuita al pittore nativo di Narni Carlo Federico Benincasa, che probabilmente dipinse anche i medaglioni dell'abside. Appesa al soffitto in legno della navata centrale, la tela, che raffigura la gloria di Sant'Agostino al centro di un'ovale di m 12 per 6, è impressionante non solo per le dimensioni ma pure per la grandiosità della scena dove troneggia la figura del santo titolare della chiesa. La scena rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita, che si ispira al passo di Timoteo: "Non coronabitur nisi qui legitime certaverit." Tre corone sono solitamente utilizzate per esprimere la gloria del santo, il cui significato è da riconoscere in tre simboli: la verginità, la scienza e il martirio. L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino. 

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Il chiostro del convento di sant’Agostino di Narni

fu ampliato nell’anno 1693 sulla base di una struttura preesistente probabilmente coincidente con il lato sul quale sono tuttora visibili lacerti di affreschi del 1400, raffiguranti una santa martire e san Leonardo di Tongres, protettore dei carcerati, per volontà e a spese di padre Giovenale Sisti, Vicario Generale dell’ordine agostiniano, come si legge in una targa sormontata da stemma araldico presente tra due archi “CLAVSTRVM HOC FVNDITVS SVIS SVMTIBVS EREXTIT P. B. IVVENALIS SISTI NARN. AD 1693”.

L’apparato decorativo del chiostro dell’ex convento di sant’Agostino di Narni è costituito da trentatré grandi lunette affrescate, forse opera dello stesso artista che ha realizzato molte pitture all’interno della chiesa, da più studiosi individuato nel narnese Federico Benincasa, raffiguranti “Storie della vita di santi e beati agostiniani”, eseguite nel corso del sec. XVIII.

Più precisamente si hanno otto lunette sulla parete nord-ovest, otto su quella nord-est, otto su quella sud-est, sette su quella sud-ovest, una sopra il portone di accesso ed una sulla parete alla destra di quest’ultimo. 

Le lunette rappresentano gli episodi più importanti della vita di san Nicola da Tolentino e di sant’Agostino, oltre ad una serie di raffigurazioni di altri santi e beati cari all’ordine agostiniano. Tra questi sono identificabili le figure del beato Egidio ed Alessandro, Gelasio ed Antonino, Guglielmo, san Tommaso da Villanova, Giovanni hispanico, santa Chiara da Montefalco, santa Rita da Cascia ed Amelia.

Tornando alla nostra Narni e le sue vie dedicate ad artisti locali , ci ripromettiamo di approfondire anche altri personaggi  

 

altra curiosità è una via a Narni 

dedicata al pittore  Narnese


 

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