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Aldo Netti

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Aldo Netti

La vita e le opere principali di Aldo Netti

nato a Narni  il 1 gennaio 1869

morto a Roma  il 15 luglio 1925 all'età di 56 anni.

Anno 1869

Aldo Netti trae i suoi natali a Stifone presso Narni il 1 gennaio da un modesto lavoratore, Pietro Netti, esercente di un piccolo molino a grano

 

Anno 1880

Compiuti i corsi elementare e tecnico, a 12 anni deve abbandonare le scuole per assoluta mancanza di mezzi; ma non cede all'avversa fortuna, e continua da se stesso lo studio, dividendolo col duro aspro lavoro giornaliero.

Anno 1881

Vince una borsa di studio di L. 600 del Comune di Narni, e lascia allora la casa paterna per correre a frequentare l'Istituto Tecnico di Terni

Anno 1883

Vince ancora una borsa di studio di L. 1000 del lascito Lassi

Anno 1885

Vince una terza borsa di studio di L. 2000 della Deputazione Provinciale Umbra e passa all'Istituto Superiore Politecnico di Milano

Anno 1891

Si laurea Ingegnere Industriale

Anno 1892

Progetta e compie il primo impianto elettrico a Narni

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Anno 1893-94

Concorre per gli impianti elettrici di Foligno, Orvieto, Norcia, Spoleto, Fabriano

Anno 1895

Esegue a Norcia la conduttura d'acqua potabile

Anno 1896

Compie l'impianto elettrico di Orvieto

Anno 1897

Con progetto, arditissimo per quell'epoca, assume la costruzione dell'impianto elettrico di Spoleto

Anno 1898

Riordina e rifà a nuovo l'impianto elettrico di Ronciglione

Anno 1899

Termina l'impianto elettrico di Spoleto

Anno 1900

Esegue l'impianto di Todi

Anno 1901

Esegue l'impianto di Acquapendente

Anno 1902

Esegue l'impianto di Fabriano, ed intraprende quello di Viterbo. Così a soli dieci anni dalla laurea, questo giovane, privo di mezzi e di aiuti, forte solo della sua forte volontà agli ex-compagni, laureati con lui nell'anno 1901 e riuniti a fraterno convegno in Milano, può enumerare, con legittimo orgoglio, i suoi lavori che portavano l'energia elettrica nei principali centri del lazio e dell'Umbria, quando ancora, nell'Umbria solo Terni e Perugia, e nel Lazio solo Roma godevano i benefici dell'illuminazione elettrica.

Anno 1911

Si unisce all'Anglo-Romana per costituire la Società Volsinia col programma di distribuire energia elettrica al nord di Roma. Intanto è eletto Consigliere, poi Presidente della Camera di Commercio dell'Umbria

Anno 1915

Concepisce ed attua la linea Nera Montoro Chiusi, la linea di più alto potenziale eseguita in quell'epoca nell'Italia Centrale.

Anno 1919

E' nominato Cavaliere del Lavoro: unica onorificenza di cui andò sempre orgoglioso

Anno 1921

E' eletto deputato del parlamento

Anno 1922

Con alta competenza, espone alla Camera dei Deputati una ascoltatissima relazione sul Bilancio dei Lavori Pubblici

Anno 1924

E' Deputato la seconda volta, e torna a parlare per due volte sul bilancio dei lavori pubblici, al Collegio degli ingegneri di Roma, alla Camera di Commercio di Firenze, alla Sala dei Notari di perugia, alla Fiera Campionaria di Milano, legge una relazione sull'Umbria idroelettrica

Anno 1925

Il Governo italiano lo invia come suo Rappresentante al Congresso Internazionale Ferroviario di Londra. L'alto e onorifico incarico non poteva esser meglio affidato che a Lui, il quale impersonava ormai, si direbbe per dire, gli interessi di gran parte dell'Italia Centrale. Aveva allora rinunziato al posto di direttore Generale delle ferrovie, offertogli dallo Stato, perche una rete più vasta di lavori faceva capo all'Ing. Aldo netti.

Egli era:

Presidente e Consigliere Delegato della Società Volsinia di Elettricità

Commissario della Camera di Commercio dell'Umbria

Vice-Presidente dell'unione Camere di Commercio Italiane

Vice-Presidente dell'Associazione commerciale industriale agricola romana

Presidente della Società Sabina di Elettricità

Presidente del Collegio Sindacato Nazionale Ingegneri Ferroviari Italiani

Presidente della Società Commerciale Industriale di orvieto

Presidente del comitato per la mostra artistico industriale di Terni

Consigliere dell'Associazione Elettrotecnica Italiana

Consigliere della Società Elettricità e Gas di Roma

Consigliere della Società Romana di Elettricità

Consigliere della Società Laziale di Elettricità

Consigliere del Consorzio Idroelettrico dell'Aniene

Consigliere del Consorzio Velino

Consigliere della Società "Terni" per l'industria e l'elettricità

Consigliere dell'Associazione Esercenti Imprese Elettriche

Consigliere della Società Elettrica per l'Italia Centrale

Consigliere della Società Elettrica Sarda

Consigliere della Società Marchigiana di elettricità

Consigliere Delegato della Società Telefoni Umbro- Tirrena

Consigliere della Società per le terme di viterbo

Consigliere dell'Ente Nazionale commercianti per l'istruzione degli Orfani di Guerra

Consigliere della Ferroautovie;

Cointeressato nello Zuccherificio di Viterbo

Cointeressato nella società per l'Acido Carbonico di Viterbo

Patrocinatore disinteressato e finanziatore degli interessi del Municipio di narni per l'impianto elettrico e derivazione di acqua

Proprietario dell'impresa Aldo Netti di orvieto, Castelviscardo, Acquapandente, Bagnoregio, etc. ed aveva recato l'energia elettrica in ben 130 Comuni del lazio e dell'umbria

Nello stesso anno 1925, il 15 luglio, di ritorno dalla missione governativa di Londra, moriva in Roma, quando aveva in animo di far sorgere in orvieto un grande Stabilimento Industriale, ed aveva già in parte attuato questo suo proposito, acquistando il terreno presso la Stazione Ferroviaria, e iniziate le trattative per vederlo effettuato.

E l'Ing. Aldo Netti, come bene a proposito fu scritto sulla "Rivista dell'Economia Umbra" del 10 agosto 1925, "tenne i gradi e gli uffici, con vigile accorgimento, con energia ammirabile, con alta dignità, e si avvalse di essi per propugnare le migliori soluzioni ai problemi contingenti, per invocare i più razionali provvedimenti da parte dei Pubblici poteri, a sostegno delle maggiori opere pubbliche, in una parola per combattere le sante battaglie del lavoro, per il progresso morale e civile della Patria e del Popolo".

La Patria e il popolo egli amò sempre di sincero e fervido amore. Difatti, continua la sopra fascista, ed ad esso si votò di sua iniziativa, senza l'iscrizione ufficiale al partito, con convinzione profonda della bellezza, bontà e superiorità della dottrina e del programma, soddisfatto di poter servire anche in questo campo la patria, nell'ora più decisiva della sua resurrezione.

Così, l'industriale e il patriota, lo studioso e il benefattore - giacché il suo cuore vibrò d'ogni affetto gentile che valse a lenire sofferenze, a soccorrere bisognosi, a favorire impellenti necessità, a preparare migliore destino a giovani esistenze - si delinearono in lui nettamente, si confusero per elevare e caratterizzare una individualità spiccata notevole, che non dagli onori, non dai fastigi della vita, ma dalle benemerenze reali, innumerevoli, acquisite per sane opere di civismo compiute, ebbe a ricevere e riceverà luce vivida, riconoscenza imperitura, venerazione profonda".

Opere a Narni

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Panorama di Stifone con casa natale di Netti e prima centrale idroelettrica di Narni

 

 

Il 10 novembre del 1892 , alla presenza del Sindaco di Narni Paolo Eroli iniziò a funzionare la 1^ Centrale elettrica della zona , ( in quel tempo chiamata Officina ) erogando una potenza di 60 kw , l’energia per accendere n° 700 lampade a Narni , e fu una delle prime città in Italia ad avere la luce elettrica . Il Teatro fu il primo ad essere illuminato , poi il resto della città . Nel 1893 fu aggiunto un nuovo alternatore da 30 kw e le lampade accese raggiunsero il numero di 1200 circa .

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Nello stesso anno (1893) fu approvato il progetto all’Ing. Netti per la costruzione della Diga e la 2^Centrale , detta della Morica , perché intorno alla sorgente ci sono tante piante di " rovo ,, ( il nome del frutto dei rovi ) . Nel 1894 iniziarono i lavori , ma essendo la sorgente molto attiva creò non pochi problemi , ma alla fine l’Ingegnere Netti riuscì a domare le acque e dopo oltre 100 anni ancora oggi si possono vedere i lavori fatti in quel tempo con i resti della Centrale oggi immersi nell’attuale Diga . Questa nuova Centrale più grande poteva erogare una potenza di 150 Kw , e poter così servire altre industrie del circondario ed aumentare il numero delle lampade nella città di Narni .

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Per aumentare la portata dell’acqua alla Centrale della Morica l’Ingegnere Netti fece costruire un canale in muratura lungo 2 Km circa , che raccoglieva le acque delle varie sorgenti lungo il percorso del fiume fino alla sorgente della Morica . I resti di questo canale , chiamato da noi formone , si possono vedere anche oggi anche se una parte rimane sotto il livello del lago attuale , ed in parte è stato ostruito da arbusti , rovi e terra . Dal 12 al 14 aprile del 1897 fu fatto il collaudo dall’Ing. Prof. Saldini di Roma e dallo stesso Ingegner Netti della nuova Centrale , tutto funzionò regolarmente e dette Centrali hanno funzionato fino al 1937 – 1938 , quando in quell’anno una piena allagò i locali delle turbine mettendole fuori uso , non ricordo se furono riattivate .

Le 2 Centrali sono state visitate da me più volte , le turbine facevano un rumore assordante che non ti permettevano di capire ciò che due persone si dicevano , era necessario gridare per farsi capire .

Dopo la 1^ Centrale costruita a Narni l’Ingegnere Netti costruì altre Centrali a Spoleto , Todi , Fabriano , Orvieto , Viterbo , Acquapendente ed altri centri minori .

In pochi anni oltre 130 Comuni dell’Umbria e del Lazio ebbero il beneficio civile di avere la luce per opera diretta dell’Ingegnere Netti .

Fu nominato Cavaliere del Lavoro prima , poi Deputato , ma il trionfo raggiunto non lo inorgoglì , egli rimase sempre se stesso , attaccato al suo lavoro che tante soddisfazioni gli aveva dato , non conoscendo ostacoli e sacrifici , aiutava i giovani più intelligenti e volenterosi a raggiungere la meta che si errano prefissi come aveva fatto lui . Fece un grandioso progetto per le scuole Professionali e una scuola Superiore dove raccogliere i giovani più poveri che volevano diventare Ingegneri .

Forse il troppo impegno nel lavoro e la continua tensione del domani non gli permise di vedere realizzati tutti i suoi sogni , e nella notte tra il 14 e il 15 di Luglio del 1925 fu colto da malore , così moriva a Roma a soli 56 anni ancora nel verde della vita con tante idee e tanti progetti per il futuro .

Io , nel ricordare queste sue opere mi sento commosso ma , anche fiero di essere un suo compaesano .

Ricordo sul muro esterno della 1^ Centrale sulla sorgente dentro il paese , una lapide con la data dell’inaugurazione e il suo progettista : All’Ing. ALDO NETTI il Comune di Narni . Ma questo suo ricordo è stato distrutto , non conosco le persone che hanno distrutto questa lapide .

memorie di Guido Angeli

si ringrazia per alcune foto  Leo Emiri

1893

Su progetto di Aldobrando Netti si costruisce una diga onde elevare la sorgente della Morica, presso Stifone, per ottenere la forza motrice necessaria alla dinamo, per la luce elettrica a Narni.

 

1895

Fu tolto tutto il materiale franoso che incombeva su quelle sorgenti fino a 6 metri sotto il pelo dell'acqua del fiume Nera e si fondò nel settembre e perdurando il bel tempo e il basso livello del fiume, nel dicembre si fece un secondo cavo parziale che chiuse tutte le perdite e si cominciò la elevazione della diga.

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1897

Il 12-14 aprile fu eseguito il collaudo delle turbine, il 14 si verificò un istantaneo abbassamento dell'acqua del serbatoio. Il Municipio e la popolazione si allarmarono di questo fatto e ne scrissero all'Ing. Netti, il quale diede la colpa di quel danno all'aver trascurate tutte le operazioni preparatorie, prima di vuotare e riempire quel serbatoio, e facendo subito i rimedi del caso. Invece si attese che per circa tre mesi consecutivi le crinature capillari del calcestruzzo divenissero sempre maggiori per la grande velocità e pressione dell'acqua che le attraversava e che le fece divenire veri canali. Il Netti dopo essersi scagionato da qualunque responsabilità, stante l'urgenza, tentò un lavoro provvisorio il quale resse fino alla pressione di 9 metri, ma non scongiurò il grave danno e l'acqua, costretta da un lato, si aprì la via da un altro.

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1900

Si pensò nei primi tempi di derivare la forza motrice dallo stesso fiume Nera, con un canale di derivazione e si diede mano a fare scavi e forme sostenuti da validi murature, in località poco lontane dal Ponte di Augusto, ma in seguito fu deciso servirsi delle scaturigini stesse di Stifone.

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Parco archeologico ambientale Orvieto

Ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’edificio "ex Centrale idroelettrica di Sugano" di proprietà del Comune di Orvieto
Il 3 aprile 1895 venne stipulato il contratto fra il Comune di Orvieto e l’Ing. Aldobrando Netti per la realizzazione dell’impianto per la produzione di energia idraulica, denominato "Officina Netti". Il complesso di più edifici venne realizzato a valle delle sorgenti che sgorgano alla base del promontorio su cui sorge l’abitato di Sugano, già utilizzate quale fonte di acqua potabile per la città di Orvieto.
Lungo il Fosso del Leone, sulla destra idrografica, si scavarono delle cisterne che in parte sono realizzate direttamente nel masso basaltico, che fungevano da riserva sia per l’Officina che per l’acquedotto. La condotta forzata unisce l’opera di presa alla centrale dopo un dislivello di circa 77 metri e una distanza di 600 metri, alimentando inizialmente una turbina di una potenza di 47.000 watt.
Nel maggio 1901 con l’energia delle centrale Netti venne creato il primo impianto di illuminazione elettrica del Teatro Mancinelli, mentre sono molte le ricadute anche nel campo delle piccole attività industriali ed artigianali orvietane che trovarono nuovo impulso alla produzione con possibilità di implementare i propri macchinari.
Oggi nella folta vegetazione spontanea che ricopre le sponde del Fosso del Leone, si trovano i resti sia delle vasche di raccolta dell’Officina vera e propria che conserva in parte i macchinari utilizzati sin dal 1945. Oggi, nell’ambito del P.A.A.O., vi è l’intento di recuperare la centrale Netti per scopi didattici, offrendo uno spaccato di archeologia industriale unico nel suo genere per l’area del Parco stesso. L’Officina si mostra come contenitore ideale della documentazione relativa alla sua ideazione e si inserisce pienamente nel panorama di energie rinnovabili per le quali Orvieto aspira ad avere un ruolo primario attraverso il progetto "Hydrogencities". Contestualmente si intende ricordare la figura dell’Ing. Netti, personaggio di spicco del mondo politico ed economico sullo scorcio del XIX secolo, sino al 1925, anno della sua morte.

 



Netti, Aldo (rectius: Aldobrando)

Ingegnere elettrotecnico, porta la luce elettrica a tutta l’Umbria e, in età giolittiana, è uno dei capitani dell’industria idroelettrica nell’Italia centrale.
Nel 1919 è candidato per il Partito liberale democratico e, benché la sua candidatura sia pubblicamente raccomandata dalla Camera di commercio umbra, non viene eletto. È eletto invece alle elezioni del 1921, nel "listone", e alla Camera si iscrive al gruppo della democrazia sociale. Nel 1924 è eletto ancora, nella lista fascista bis e finisce per accettare la tessera fascista: del resto, il 21 ottobre 1922, per conto della Società laziale di elettricità, dona 500 lire al Partito nazionale fascista.
Dal 1923 al 1925, guida la Camera di commercio dell’Umbria: dapprima, come presidente; poi , come commissario governativo.
Muore a Roma la notte tra il 14 e il 15 maggio 1925. Alla data, copre le seguenti cariche: presidente e consigliere delegato della società Volsinia di elettricità; presidente della Società sabina di elettricità; consigliere delegato della Società telefoni umbro - tirrena (Viterbo); consigliere della Società elettricità e gas di Roma, della Società romana di elettricità, del Consorzio idro-elettrico dell’Aniene, del Consorzio del Velino e della Terni - Società per l’industria e l’elettricità.
È cavaliere del lavoro.

 

 

Orvieto Palazzi Netti

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si noti la illuminazione del palazzo

Il palazzo si trova lungo via Maitani, qui visse un pioniere nel campo dell’energia elettrica – Aldo Netti.

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Al suo interno è ancora visibile una lapide in brondo a Lui dedicata

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ALDO NETTI

INGEGNERE CAVALIERE DEL LAVORO

DEPUTATO AL PARLAMENTO NAZIONALE

NARNI 1 GENNAIO MDCCCLXIX (1869)

ROMA IL 15 LUGLIO MCMXXV (1925).

LA TUA EFFIGIE

DILETTA E VENERATA

RISIEDA NUME TUTELARE

NEL PALAZZO CHE ALLA SPLENDIDA

LUCE POLICROMA DEL DUOMO.

LA TUA OPEROSA LABORIOSITÀ

PERMISE ALL’UNICO FRATELLO

ALFREDO

CHE D’AVER TECO AVUTO COMUNANZA

DI SANGUE E DI LAVORO SI GLORIA .

ORVIETO XVI XVII - MCMXXVII (1927)

Residenza Aldo Netti

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L’edificio, già dei Vespi e dei Durante, lo fece ricostruire dal Prof. Smerrini di Firenze dove, nel decoro monocromo della facciata, volle fossero rappresentati gli elementi e le virtù da lui ritenuti fondamentali – Aria, Lavoro, Scienza, Acqua, Terra, Fuoco, Studio, Sapere, Energia, Vita.

 

Teatro di Viterbo

Col passaggio di secolo, nel 1900, il teatro ospitò anche alcuni spettacoli cinematografici.
Anche le cronache del teatro però si fanno più rare, in quanto nel 1902 si spense il conte Cesare Bruscagli, al quale si deve la preziosa testimonianza della "Cronaca teatrale", da cui sono tratte gran parte delle notizie qui riportate.
Nel 1905 cadde il cinquantenario dell'inaugurazione che fu celebrata con particolare solennità: il Comune commissionò all'ing. Aldo Netti il progetto di illuminazione, per il quale furono utilizzate ben 700 lampadine. Una lapide commemorativa fu collocata nell'atrio, con particolare dedica al conte Cesare Pocci. Ora quella lapide, con lo stemma di Viterbo scalpellato, giace in un magazzino del teatro

Ferrovie italiane

BFI - Bibliografia Ferroviaria Italiana - Anno 1914

NETTI ALDO
1914
NETTI ALDO
Relazione sulle costruende ferrovie umbre
Orvieto : Tip. M. Marsili, 1914.
Pagine 16.

19143539
NETTI ALDO
Relazione sulle costruende ferrovie umbre
Orvieto : Tip. M. Marsili, 1914.
Pagine 16. 191412778
SOCIETÀ ANONIMA PER LE FERROVIE SECONDARIE DELLA SICILIA
Relazioni del Consiglio d'Amministrazione e dei sindaci. Bilancio dell'esercizio 1913
1914.

 

 

Orvieto personaggi

Aldo Netti pioniere dell’energia elettrica
Orvietano per scelta visse e morì a Palazzo Netti che si affaccia sulla stessa piazza del Duomo. Nacque a Narni nel 1869 e seppur la famiglia di umili origini riuscì, attraverso una borsa di studio, a laurearsi in ingegneria industriale a soli 22 anni. Nel 1896 possedeva L’officina elettrica Netti che riforniva ben 130 comuni umbri e laziali di luce elettrica.

A viterbo c’e’ una via a lui dedicata

VIA ALDO NETTI 22, 01100 VITERBO

Foto di Gruppo gli elettricisti dopo la marcia su Roma

Di Annamaria Falchero

Nel mese di agosto 1863 il pittore perugino intraprese la decorazione dell'interno del nuovo Teatro Comunale costruito tra il 1853 e il mese di giugno 1862 dal Vespignani e dal Paniconi. Angelini e i suoi collaboratori portarono a termine la decorazione del nuovo Teatro soltanto nella primavera del 1866 e durante questo lungo soggiorno ad Orvieto, sia il professore perugino che i suoi aiuti abitarono in un appartamento del Palazzo Pandolfi (poi Netti) in via del Duomo dove, probabilmente anche per ricambiare l'ospitalità offerta dal conte Fabio Pandolfi, socio del Consorzio teatrale, dipinsero alcune sale utilizzando il linguaggio neocinquecentesco e neobarocco. L'intervento decorativo di Annibale Angelini e collaboratori all'interno del Palazzo Faina di Orvieto è databile tra l'estate 1865 e la primavera del 1866. Dai documenti si viene infatti a conoscenza che nel giugno del 1865 l'equipe di artisti assunti dall'Angelini per decorare il nuovo Teatro Comunale aveva terminato i lavori, restavano da fare soltanto alcuni ritocchi e le parti di "figura" che spettavano al pittore romano Cesare Fracassini (1838-1868), il quale affiancava il professore perugino nella decorazione dell'edificio. La conferma che Angelini e aiuti furono i protagonisti delle nuove decorazioni del Palazzo Faina ci viene dalla presenza della firma di Ludovico Demauro, da me individuata su una delle pareti dell'ex Sala Rossa. Si tratta di un giovane collaboratore di Angelini, che prese parte alle decorazioni del Teatro orvietano e lavorò accanto al professore perugino anche a Tarquinia. È documentata infatti la sua presenza nell'antica Corneto tra il 1862 e il 1868, epoca in cui prese parte agli interventi di restauro eseguiti dall'Angelini nell'appartamento del Palazzo Quaglia, proprietà del Cardinale Angelo Quaglia, ristrutturato agli inizi degli anni Sessanta dall'architetto tarquinese Giovan Battista Benedetti, allievo di Minardi.

COMUNICATO STAMPA n. 136/05 G.M. del 17.03.05

Formalizzato l’acquisto da parte del Comune di Orvieto, del complesso immobiliare dell’ex impianto idroelettrico "Netti" di proprietà delle Società ENEL S.p.a. e Dalmazia Trieste s.r.l., situato nella frazione di Sugano e destinato a Centro di Documentazione per le Energie alternative.

In questi giorni, mediante atto di compravendita, è stato formalizzato da parte del Comune di Orvieto l’acquisto dell’ex impianto idroelettrico "Netti" di proprietà delle società ENEL S.p.A. e Dalmazia Trieste s.r.l., per un importo complessivo di € 33.600,00 costituito da immobili situati nella frazione di Sugano al fine di recuperarli e destinarli a Centro di Documentazione per le Energie alternative.

"L’Amministrazione Comunale – afferma l’Assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Germani – nell’ambito del Progetto Ambiente, che è in fase di definizione, sta valutando la riqualificazione dell’intero complesso, peraltro, già inserito all’interno del PAAO / Parco Archeologico Ambientale Orvietano ai fini dell’ammissione al finanziamento regionale".

Ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’edificio "ex Centrale idroelettrica di Sugano" di proprietà del Comune di Orvieto
Il 3 aprile 1895 venne stipulato il contratto fra il Comune di Orvieto e l’Ing. Aldobrando Netti per la realizzazione dell’impianto per la produzione di energia idraulica, denominato "Officina Netti". Il complesso di più edifici venne realizzato a valle delle sorgenti che sgorgano alla base del promontorio su cui sorge l’abitato di Sugano, già utilizzate quale fonte di acqua potabile per la città di Orvieto.
Lungo il Fosso del Leone, sulla destra idrografica, si scavarono delle cisterne che in parte sono realizzate direttamente nel masso basaltico, che fungevano da riserva sia per l’Officina che per l’acquedotto. La condotta forzata unisce l’opera di presa alla centrale dopo un dislivello di circa 77 metri e una distanza di 600 metri, alimentando inizialmente una turbina di una potenza di 47.000 watt.
Nel maggio 1901 con l’energia delle centrale Netti venne creato il primo impianto di illuminazione elettrica del Teatro Mancinelli, mentre sono molte le ricadute anche nel campo delle piccole attività industriali ed artigianali orvietane che trovarono nuovo impulso alla produzione con possibilità di implementare i propri macchinari. Oggi nella folta vegetazione spontanea che ricopre le sponde del Fosso del Leone, si trovano i resti sia delle vasche di raccolta dell’Officina vera e propria che conserva in parte i macchinari utilizzati sin dal 1945.
Nell’ambito del P.A.A.O., l’Amministrazione Comunale ha previsto il recupero della centrale Netti per scopi didattici, offrendo uno spaccato di archeologia industriale unico nel suo genere per l’area del Parco stesso.
L’Officina,infatti, si mostra come contenitore ideale della documentazione relativa alla sua ideazione e si inserisce pienamente nel panorama di energie rinnovabili per le quali Orvieto aspira ad avere un ruolo primario attraverso il progetto "Hydrogencities". Contestualmente si intende ricordare la figura dell’Ing. Netti, personaggio di spicco del mondo politico ed economico sullo scorcio del XIX secolo, sino al 1925, anno della sua morte.

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Narni: in Comune si sta valutando l'ipotesi di intitolare una strada ad Aldo Netti, concittadino illustre vissuto nel secolo scorso

C'è la richiesta di intitolargli una strada: Aldo Netti, pioniere dell'energia elettrica, nacque a Narni nel 1869 e seppur di umili origini riuscì, attraverso una borsa di studio, a laurearsi in ingegneria industriale a soli 22 anni. Nel 1896 diventò titolare dell' 'officina elettrica Netti che riforniva ben 130 comuni umbri e laziali di luce elettrica. Aldo Netti nacque a Stifone il 1 gennaio del 1869 da un modesto lavoratore, Pietro Netti, esercente di un piccolo molino a grano. Compiuti i corsi elementare e tecnico, a 12 anni dovette abbandonare le scuole per assoluta mancanza di mezzi ma non cedette all'avversa fortuna, e continuò a studiare da solo, dividendo il tempo che dedicava ai libri con il duro e aspro lavoro giornaliero. Ora in Comune si parla di intitolare una via a quest'uomo che con grande impegno e tanto sacrificio riuscì a costruire la propria vita ed a distinguersi in città per le sue doti di intelligenza e le sue capacità.

Netti gettò anche le basi pe rlo sviluppo industriale che avvenne subito dopo la sua morte , con lo sviluppo di grandi centrali idroelettriche , che forniranno energia a tutte le grandi industrie che si insedieranno nel nostro territorio come :

Le Acciaierie di Terni

una storia parallela

La storia delle acciaierie di Terni comincia negli ultimi decenni del 1800, quando, per supplire alle esigenze energetiche della Fabbrica d'Armi costruita alla periferia della città a partire dal 1881 e lo sviluppo delle più importanti imprese private come lo Jutificio Centurini, il Lanificio e la Fonderia, viene scavato nel 1879 il canale Nerino.

La realizzazione di quest'opera idrica, che rappresenta anche il primo intervento del genere destinato a scopi industriali in Italia, garantisce la condizioni ideali di disponibilità di forzamotrice per la nascita nel 1886 delle acciaierie di Terni.
La prima acciaieria d'Italia, ed il polo siderurgico che sorge intorno ad essa, imprime una trasformazione radicale tanto all'impianto urbanistico della città di Terni quanto a quello paesaggistico dell'intera valle.
La necessità di dare alloggio agli operai impiegati negli stabilimenti, infatti, determina la costruzione di unità abitative, edifici destinati a servizi e varie infrastrutture che aggiungono al nucleo storico della città di Terni ampi quartieri popolari. Pochi chilometri a monte lungo la valle del fiume Nera, inoltre, verranno imbrigliate le Cascate del Velino per generare energia elettrica in quella centrale di Galleto che nel 1929, anno d'inaugurazione, con una potenza stimata di oltre 250000 KW/h viene riconosciuta come la più grande e potente di tutt'Europa.
La città di Terni è quindi profondamente legata alla sua acciaieria, oggi controllata con la denominazione Acciai Speciali Terni o AST Terni dalla multinazionale tedesca ThyssenKrupp, sia per motivi storici sia per l'impatto sull'economia e sul mercato del lavoro nella zona.

è allo studio molto materiale di nuova acquisizione

presso l'Archivio di stato di Terni AST SEZ ORV.

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