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Centrale  di Stifone

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Centrale di Stifone

Storicamente la centrale di Stifone fu la prima centrale idroelettrica fatta nel centro Italia nel 1892 .

Di questa prima centrale si trova una copiosa documentazione ed è certa la posizione proprio al centro del paese .

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A causa pero’ dei successivi ampliamenti e modifiche attualmente non restano che le mura dirute e l’edificio di due piani che fu ricostruito nel 1907 scavando al di sotto della vecchia centrale , ricavandone un nuovo piano sottostante al precedente edificio che dava un ulteriore salto di circa otto metri .

Una descrizione dettagliata della centrale si ha grazie alla relazione dell’ing Vallecchi fatta nel 1916-17 per la riconsegna della centrale da parte dei concessionari signor Ferranti e Società Romana.

Tale relazione fu pubblicata con i seguenti riferimenti :

23f.1 repertorio 3318 convenzioni varie (1916-17)

f.6 Guido Vallecchi ingegnere consulente Roma-La riconsegna dell’impianto idroelettrico di Narni al comune - relazione e allegati – Viterbo stab. Tip. G. Agnesotti(1916).

In questa relazione si legge :

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Per comprendere meglio come dovevano essere le prime centrali idroelettriche di Narni , bisogna prima di tutto partire dal considerare che il livello del fiume Nera era molto diverso da quello attuale nei pressi di

Stifone. Infatti non esistendo le due dighe a monte e a valle del paese con tutte le opere di presa e di scarico della centrale di Recentino e della successiva Centrale di Montoro , il corso del fiume era molto piu’ basso e molte dei molini esistenti a Stifone , erano posizionati parallelamente al corso del fiume sfruttando le acque delle sorgenti che venivano dai monti e che ancora oggi è possibile vedere gettarsi nel fiume Nera , quando la diga a valle si apre e fa diminuire il livello del fiume.

 

A tale proposito si possono osservare le foto di Stifone in tale situazione.

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1891

nel raccoglitore del 1891 vengono riportate alcune delibere del Comune di Narni per l’incarico della progettazione dei lavori all’Ingegnere Aldobrando Netti da parte del Sindaco Paolo Eroli .

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19 Novembre 1891

Questa giunta ha molto apprezzato le sagge motivazione che la S.V. ci ha fatto verbalmente circa l’impianto in questa città della illuminazione pubblica a luce elettrica, e la giunta stessa sapendo quanto Ella valga nella ingegneria industriale e sicura dell’interessamento che Ella prenderebbe a che questa sua città nativa possa raggiungere l’intento con lavoro e con spesa proporzionata alle forze economiche di questo Municipio vorrebbe affidarle l’incarico di occuparsi del relativo progetto .

1892

Carino il manifesto con cui si annuncia

Domani sera sarà inaugurata in questa città la illuminazione pubblica a luce elettrica, aprendo a pubblico divertimento il teatro nel quale agirà per poche sere la compagnia di operette diretta dal Signor Germano Gonzales

Narni 10 Novembre 1892

Interessante il decreto del ministero delle poste e telegrafi per poter permettere la realizzazione degli impianti dell’illuminazione .

 

Parallelamente si pone il problema delle linee di distribuzione della corrente

a tale proposito  si  legga la lettera di Netti al Ministero

 

Linea elettrica autorizzazione

Domanda al ministero per mezzo della direzione compartimentale dei telegrafi per ottenere la licenza per l’impianto elettrico di Narni .

Generatore dell’elettricità a corrente alternata massima differenza di potenziale 2000 volt lungo la linea che collega la stazione generatrice di Stifone con Narni . In Narni poi 9 trasformatori traducono la tensione da 2000 a 109 volt e con questa tensione la corrente circola nelle diverse vie e nelle case private. I conduttori ad alta tensione che vanno a dare la corrente primaria ai trasformatori situati in punti differenti della città , sono nudi ma attraversano la città al di sopra dei tetti e sono posti in modo tale che chiunque non possa occasionalmente toccarli perché la minima distanza dai tetti è di 1,90 metri. Il massimo di corrente che circola nei conduttori della rete è di 15 Ampere , conduttori di rame elettrolitico garantito al 98 % di conduttività, sezioni variabili da 12 a 60 decimi

 

Segue alla richiesta il Decreto Ministeriale

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questa Centrale però non ha molta fortuna e ci sono vari problemi tecnici come si vede anche da quanto accede subito dopo  

Relativamente all’officina c’è un voluminoso carteggio della causa tra il comune di Narni e la ditta Ganz relativo alla disputa sulla reale potenza fornita dalle turbine che doveva essere di 50 cavalli . La perizia è affidata al perito Soldini .

La perizia ha inizio nel 1896 . Le prove si tennero dal 12 al 15 Aprile 1897 .

Le richieste del giudice per la perizia erano:

Veda il perito se l’eventuale difetto è dovuto al modo di applicazione delle tre turbine o sia un difetto delle stesse.

Veda il perito se le ruote giranti sono ancora intate o se la rottura dipenda da cattiva manutenzione.

Veda il perito se il canale di deflusso è fatto regolarmente o se eventuali rigurgiti possano diminuire il rendimento delle turbine.

Veda il perito se le tre turbine furono piazzate con la caduta prevista dalla ditta Ganz e se da cio’ possa diminuire il rendimento.

Veda inoltre se tale mancanza sia sussistita alla data del collaudo.

Seguono le modalità con cui dovevano effettuarsi le prove , che richiedevano lo smontaggio delle turbine , e per far questo vennero degli operai di Roma e un ingegnere di Milano per portare la strumentazione necessaria.

Segue la descrizione dell’impianto.

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L’impianto dell’officina elettrica di Narni è costituito da tre turbine doppie ad asse orizzontale e l’acqua è portata a ciascuna di esse a mezzo di un tubo diramante da una condotta d’acqua o tubo principale , derivato alla sua volta da un serbatoio d’acqua collocato nella prossimità della officina elettrica e che raccoglie il contributo di cospicue sorgenti che scaturiscono dal fondo e dai fianchi del bacino . Le turbine lavorano con 10 metri di caduta e precisamente il loro asse orizzontale è collocato a metri 8,122 sotto il pelo dell’acqua superiore d’arrivo ed a metri 2,301 sopra al pelo d’acqua inferiore di scarico. La caduta totale è di 10,423 metri.

Tenendo conto anche delle perdite il perito dice che la caduta prevista di 10 metri è quindi rispettata come da contratto.

Le turbine sono del tipo detto a reazione e sulla ruota mobile di esse agisce l’acqua tanto per la pressione di caduta di metri 8,122 , che per quella di aspirazione di metri 2,301.

Il perito dice poi che per meglio comprendere il tutto si allegano dei disegni e in particolare le fig. 1-2-3 allegate.

Nelle figure con la lettera C sono indicate le turbine e con D le Dinamo.

Turbine e dinamo sono montate sullo stesso asse quindi compiono gli stessi giri .

Nella figura 1 è rappresentato il percorso dell’acqua che dalla condotta passa nelle turbine per poi andare nel condotto di scarico e tornare sul fiume Nera.

Nella figura2 si vede la vasca della diga ed i salti che sono a circa dieci metri sotto il pelo dell’acqua della vasca del serbatoio ( questo fa pensare che la diga della Morica sia sotto il pelo dell’acqua a circa otto dieci metri tra la diga ed il fiume).

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Nela figura 3 viene mostrato il dettaglio di una turbina con tutti i suoi componenti . Il perito dopo aver descritto il tutto dice di aver smontato le turbine e di aver visitato i distributori e le ruote mobili. Per la prima turbina , tale esame rivela solo piccolissime intaccature sugli spigoli delle palette e solo una ha una lieve intaccatura , ma in conclusione i difetti riscontrati su questo motore sono trascurabili. La seconda turbina di Centro presenta una intaccatura piu’ grande (vedi disegno ) di circa 10 millimetri per una lunghezza di 35 . tutte le palette presentano tale problema dovuto presumibilmente ad un corpo contundente , non si puo’ dire quando il fatto sia accaduto ma sicuramente il rendimento ne risente. Comunque tali pezzi si possono facilmente cambiare.

L’ultima turbina è in perfetto stato quindi si è pensato di applicare ad essa il freno motore per effettuar le misure sul rendimento.

Detto questo si critica un poco il canale di scarico che ha una uscita che determina una strozzatura e rigurgiti dell’acqua

Che torna al fiume., che pero’ sono anche visibili nei disegni d’impianto forniti dalla casa costruttrice Ganz , .

Dalle misure effettuate con dei manometri risulta che la pressione effettiva corrisponde al cinquanta per cento del reale rendimento necessario.

Si misura poi la portata dell’acqua con e senza l’attivazione delle turbine e si nota un rendimento relativo a una portata effettiva dell’acqua di scarico di circa 0,563 metri cubi .

La ditta garantiva per ogni turbina , una potenza di 50 cavalli per una caduta di 10 metri a 625 giri al minuto. Dice inoltre che qualora il rendimento della turbina scenda al di sotto il comune di Narni si riterrà il 2% del prezzo delle turbine per ogni 1% di rendimento in meno.

Se poi il rendimento scende al di sotto del 60% il fornitore dovrà provvedere o il comune di Narni potrà rifiutare le turbine.

 

 

Dal 1904 al 1907

Ci sono due grandi problemi :

L’ampliamento della centrale di Stifone

La riparazione della diga della morica.

Netti tratta dettagliatamente la questione e fa un preventivo di ampliamento della centrale scavando sotto la vecchia struttura e ricavando un nuovo piano al di sotto di essa. Per fare questo sono interessanti le molte lettere di preventivo dei vari elementi dalla scala a chiocciola in ferro alle nuove turbine ( fornite dalla nuova pignone di Firenze ), ai quadri in marmo per il controllo .

Ci sono poi disegni di dettaglio delle turbine e del loro posizionamento.

 

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Relativamente alla diga della Morica Netti propone di riparare la vecchia diga facendo un nuovo terrapieno di contenimento alla base della diga stessa .

 

Interessante anche la necessità di fare i lavori senza interrompere il servizio della luce elettrica . Per fare questo si chiede all’Officina dei Forni Elettrici ( la vecchia Elettrocarbonium) di fornire l’energia necessaria con la loro centrale . Questo vuol dire che nel frattempo anche le industri del territorio si erano dotate di proprie centrali elettriche.

 

Viene dato ampio dettaglio a tutti i lavori con resoconti degli stessi e si parla anche di un mulino elettrico dentro Narni , che lavorava anche di Giorno e quindi aveva bisogno di corrente per lavorare.

Interessante anche una lettera che parla di un trasformatore dentro Narni presso la casa di Diofebi che chiede maggiore affitto per lo scomodo.

( i trasformatori erano 7 o 9 ).

Lavorare all'Officina elettrica era molto ambito a tale proposito riportiamo alcuni piccoli aneddoti :

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Un apprendista di entrare a lavorare  anche senza paga

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ordine di cappelli in panno nero con filettatura rossa e filetto di argento

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nel 1905 erano presenti 6 dipendenti all'Officina di Stifone.

per l'ampliamento del 1907

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acquisto di limitatori di corrente

 

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acquisto di bravette e altri accessori

 

Ampliamento della Centrale di Stifone

In archivio si trova molto materiale a tale proposito .

Anche in questo caso si parte con degli acquisti di terreni e mulini

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L'ampliamento avviene nel  1907

come si vede dalle varie delibere consigliari .

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in realtà si tratta di un allargamento della vecchia centrale e delle realizzazione di un secondo piano al di sotto della stessa scavando nella roccia

per mettere le turbine al piano inferiore utilizzando un ulteriore salto di circa 8 metri.

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A tale proposito si richiede anche una scala a chiocciola alle officine Pignone di Firenze .

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Segue una relazione scritta da Aldo Netti

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Sintesi

1892 prima centrale ( forse della Valca…) illumina il teatro

1893 Su progetto di Aldobrando Netti si costruisce una diga onde elevare la sorgente della Morica, presso Stifone, per ottenere la forza motrice necessaria alla dinamo, per la luce elettrica a Narni.

1895 Fu tolto tutto il materiale franoso che incombeva su quelle sorgenti fino a 6 metri sotto il pelo dell'acqua del fiume Nera e si fondò nel settembre e perdurando il bel tempo e il basso livello del fiume, nel dicembre si fece un secondo cavo parziale che chiuse tutte le perdite e si cominciò la elevazione della diga.

1897 Il 12-14 aprile fu eseguito il collaudo delle turbine, il 14 si verificò un istantaneo abbassamento dell'acqua del serbatoio. Il Municipio e la popolazione si allarmarono di questo fatto e ne scrissero all'Ing. Netti, il quale diede la colpa di quel danno all'aver trascurate tutte le operazioni preparatorie, prima di vuotare e riempire quel serbatoio, e facendo subito i rimedi del caso. Invece si attese che per circa tre mesi consecutivi le crinature capillari del calcestruzzo divenissero sempre maggiori per la grande velocità e pressione dell'acqua che le attraversava e che le fece divenire veri canali. Il Netti dopo essersi scagionato da qualunque responsabilità, stante l'urgenza, tentò un lavoro provvisorio il quale resse fino alla pressione di 9 metri, ma non scongiurò il grave danno e l'acqua, costretta da un lato, si aprì la via da un altro.

1900 Si pensò nei primi tempi di derivare la forza motrice dallo stesso fiume Nera, con un canale di derivazione e si diede mano a fare scavi e forme sostenuti da validi murature, in località poco lontane dal Ponte di Augusto, ma in seguito fu deciso servirsi delle scaturigini stesse di Stifone.

1900-1904 contenzioso con la ditta Ganz per la fornitura delle turbine non adeguate in potenza

1904 La nuova centrale ampliamento della precedente centrale al Centro di Stifone

1905 Riparazione vecchia diga

1906-1907 Cambio delle turbine con quelle della ditta Calzoni di Bologna

1908 l'industriale Ferranti compra la centrale della Morica rimasta inutilizzata

1910  Viene dato in affitto al signor Ferranti tutto il servizio elettrico di Narni

1911-1915 Si costruisce la nuova centrale a Montoro

1912 problemi con la nuova società Terni che crea la centrale di Montoro intercettando le acque delle centrali di Stifone

1913 decadenza delle centrali di Stifone il comune rinuncia alla municipalizzata e da in affitto le centrali

1915 Aldo Netti prende la corrente da Montoro e costruisce l’elettrodotto che porta in Valdarno la corrente lungo la linea ferroviaria

1916 relazione dettagliata ing. Vallecchi sulla riconsegna degli impianti di Stifone realazione ed allegati  (materiali Leo Emiri ). stampato a Viterbo dalla tipografia G. Agnesotti (1916) 

1921 Relazione di Battistelli sui vari contenziosi .

1925 Muore Aldo Netti

1937 Piena del fiume Nera e distruzione delle due centrali di Stifone.

1939  Si costruisce il lago della l'Aia con le condotte forzate che a Recentino creano la nuova centrale di Narni  che poi potenzierà con le sue acque anche la centrale di Nera Montoro.

 

 

 

 

Riportiamo parte della relazione   Battistelli

1921 Relazione di Battistelli sui vari contenziosi .

 

 

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introduzione

per informazioni su Aldo Netti

 

Netti Roma Deputato

Netti Roma Ferrovie

Netti Roma Discorsi vari

Netti Roma Elezioni

 

Centrale di Viterbo

Centrali a Tuscania sul fiume Marta

Centrale di Traponso

 

Le centrali idroelettriche di Narni

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Centrale di Montoro

Centrale di Recentino

Mulino Comunale a Narni

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Trasformatori e linee su Narni

Famiglia Netti e Lanari

bibliografia

 

 


 

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