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Le Centrali Idroelettriche

di Narni

                      sono quattro e precisamente :

  • 1892 prima Centrale di Stifone ( al centro del paese).

  • 1893-1897 Centrale della Morica (nei pressi della diga a valle del paese di Stifone)

  • 1911-1915 Centrale di Nera Montoro

  • 1959 Centrale di Narni (Recentino)

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nella foto la prima centrale al centro del paese vicina alla passerella sul fiume Nera.

Aldo Netti e le Centrali Narni

Per comprendere meglio come dovevano essere le prime centrali idroelettriche di Narni , bisogna prima di tutto partire dal considerare che il livello del fiume Nera era molto diverso da quello attuale nei pressi di Stifone. Infatti non esistendo le due dighe a monte e a valle del paese con tutte le opere di presa e di scarico della centrale di Recentino e della successiva Centrale di Montoro , il corso del fiume era molto piu’ basso e molte dei molini esistenti a Stifone , erano posizionati parallelamente al corso del fiume sfruttando le acque delle sorgenti che venivano dai monti e che ancora oggi è possibile vedere gettarsi nel fiume Nera , quando la diga a valle si apre e fa diminuire il livello del fiume.

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A tale proposito si possono osservare le foto di Stifone in tale situazione.

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Come si vede dalle immagini furono realizzate varie opere per costruire la centrale di Stifone. In particolare un lungo canale che convogliava le acque dei vari mulini fino alla centrale , ed una sifone idraulico in corrispondenza del fabbricato Silori che si vede nella foto.

Tali opere sono ancora visibili e il sifone al di sotto del fabbricato è ancora funzionante. 

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L’avvento delle centrali idroelettriche di Narni , comportò anche la fine dei molti mulini ad acqua , sia per il fatto che la portata delle sorgenti veniva venduta , prima per la sola notte , poi vendendo del tutto il mulino al comune per realizzare le opere di elettrificazione. Inoltre con la corrente non era più necessario che i mulini fossero presso il fiume , ma potevano essere messi in qualunque altra zona , lavorando poi con la potenza dei motori elettrici. A tale proposito proprio nel centro di Narni venne messo un mulino.

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Bisogna poi considerare la grande rivoluzione che la luce elettrica portò in Italia e nel Mondo a fine ottocento come nel caso della grande esposizione a Parigi nel 1900 . Parallelamente accadeva la grande stagione delle ferrovie , che portarono maggiore mobilità , ma anche motori sempre piu’ perfezionati , permettendo alla tecnica di passare dal vapore all’elettricità. Non a caso anche Aldo Netti cita tra le condizioni favorevoli all’installazione di una officina elettrica anche la presenza della linea ferroviaria , che poi permetterà sia la realizzazione di linee telegrafiche, che di linee di trasporto di corrente elettrica , facendo divenire poi conveniente anche i treni a motori elettrici.

Questa commistione fece ad esempio scegliere a Netti la ditta Ungherese Ganz per le prime dinamo e turbine , tale dita costruiva appunto motori elettrici per la locomozione di treni e traghetti sul Danubio.

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Si legge sulla rivista di Novembre 1892 "L’Elettricista" delle grandi costruzioni di centrali idroelettriche sulla diga delle cascate del Niagara , e con un articolo di un collega di università di Netti della relazione sull’elettrificazione della città di Trento . Nello stesso articolo si parla della prima centrale di Narni .

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La prima centralina è solo dimostrativa con una forza motrice di 50 Cavalli e in grado di accendere lampade per 4934 candele per la luce pubblica e 5258 a privati .

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La dimostrazione si farà al teatro comunale come si vede dal manifesto il giorno del compleanno del Re D’Italia.

Come si vede da un telegramma inviato dal Ministro di allora.

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Si puo' notare un preventivo per la sorgente  detta della Valga

fatta dall'ingegnere Augusto Palmucci di Terni .

Che pero' non fu poi realizzata , preferendo il progetto presentato da Aldo Netti.

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14 novembre 1983

Richiesta da Spoleto di informazioni relative all’impianto dell’officina elettrica di Narni , fatta dall’ing. Brasadola ingegnere comunale a Spoleto.

Si richiede :

il numero di candele dell’illuminazione pubblica elettrica

il numero di candele vendute ai privati

il numero di cavalli di forza motrice venduta ai privati

la forza idraulica dell’impianto

il costo della candela per anno dei privati

il passivo e l’attivo dell’impianto nel primo anno di esercizio

altre eventuali notizie

Risponde il questo modo il Sindaco di Narni Paolo Eroli

il numero di candele dell’illuminazione pubblica elettrica è di 4934

il numero di candele vendute ai privati è di 5258 inoltre 128 servono per il palazzo comunale (totale 5386)

il numero di cavalli di forza motrice venduta ai privati . Non si è venduta ci si riserva di farlo dopo l’ampliamento

la forza idraulica dell’impianto attuale è di 50 cavalli

il costo della candela per anno dei privati ha le seguenti tariffe

da sedici candele costo annuo lire 20

da dieci candele costo annuo lire 14

da otto candele costo annuo lire 12

il passivo e l’attivo dell’impianto nel primo anno di esercizio non si conosce ancora.

Per vedere il dettaglio delle utenze private vedere allegato

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si nota che le utenze private avevano all'epoca 407 punti luce.

Viene poi commentata una lettera di Aldo Netti al Comune per giustificare i primi guasti dell’impianto dovuti alla rottura della prima turbina , che viene mandata a Milano per riparazioni e successivamente a causa di quasti alla seconda turbina la città di Narni resta senza luce . L’ingegnere spiega in dettaglio i vari problemi .

Gennaio 1893

Ad aprile 1893 viene deliberato l’ampliamento della centrale , interessante l’intervento di Battistelli ingegnere Comunale di Narni, che spiega prima il problema dell’acqua legato all’acquedotto della Formina fatto dall’imperatore romano Cocceio Nerva, e non piu’ adeguato alle necessità. Propone varie soluzioni come l’acquisto di acqua dal comune di Stroncone , con costi alti legati alla necessità di fare una conduttura di vari chilometri, parla poi della possibilità dell’ampliamento della centrale elettrica anche per avere l’energia per pompare l’acqua nei serbatoi della città nei periodo di magra. Parlano poi vari consiglieri tra cui Stame e Silori , poi si chiede il parere di Aldo Netti.

Che spiega che l’acquisto dell’acqua dei molini della Morica e dei mulini Mancinelli e Cotogni possa risolvere la situazione della richiesta di maggiore energia . Inoltre propone la costruzione di una diga per aumetare il salto e la potenza dell’acqua.

Segue una discussione ed alla fine il progetto di ampliamento presentato da Netti viene approvato.

Successivamente vengono effettuati degli espropri per realizzare una centrale piu' consistente vedere a tale proposito l'atto firmato a settembre 1893.

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Espropri Terreni ai Proprietari

Marchese Patrizi Montoro terreno ed acque della sorgente Morica dove realizzare le opere per la diga e la deviazione della strada Stifone Montoro terreno di ettari 2400 per una offerta di lire 2464

Parrocchia di Stifone terreno dove realizzare le opere per il canale terreno di ettari 2,6 definito al foglio di Stifone al n. 62 per una offerta di lire 47,52

 

Netti Romualdo terreno di ettari 2,66 definito al foglio di Stifone al n. 54 per una offerta di lire 118,80

Silori Luigi terreno di ettari 2,92 definito al foglio di Stifone al n. 60 ,162 per una offerta di lire 129,36

Cotogni Michele terreno di ettari 2,51 definito al foglio di Stifone al n. 96 per una offerta di lire 256,25

 

Data 16 settembre 1893

Ricerca archivio comunale di Narni

Presso il cos a narni Scalo

Relativa a

Aldo Netti

Illuminazione elettrica

a Narni

ritrovati i faldoni relativi all’illuminazione elettrica del comune di Narni categoria XIII

relativi agli anni 1891-1892-1893

1891

nel raccoglitore del 1891 vengono riportate alcune delibere del Comune di Narni per l’incarico della progettazione dei lavori all’Ingegnere Aldobrando Netti da parte del Sindaco Paolo Eroli .

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19 Novembre 1891

Questa giunta ha molto apprezzato le sagge motivazione che la S.V. ci ha fatto verbalmente circa l’impianto in questa città della illuminazione pubblica a luce elettrica, e la giunta stessa sapendo quanto Ella valga nella ingegneria industriale e sicura dell’interessamento che Ella prenderebbe a che questa sua città nativa possa raggiungere l’intento con lavoro e con spesa proporzionata alle forze economiche di questo Municipio vorrebbe affidarle l’incarico di occuparsi del relativo progetto .

 

Viene anche riportata documentazione relativa ad un'altra impresa di Roma che offre i lavori in cambio di una concessione di trenta anni , si tratta dell’impresa Cozza Paoletti che pero’ non verrà poi presa in considerazione.

 

Capitolato per la notturna illuminazione a luce elettrica .

19 giugno 1991

Viene anche chiesto un parere al comune di Terni che aveva un contratto con la ditta Società industriale della Valnerina rappresentata da Cassian Bon. Tale contratto è relativo alla sola illuminazione pubblica notturna e sono interessanti le clausole come le ore di accensione ed il numero delle lampade , rappresentare con una potenza in Candele.

28 Aprile 1891

Viene anche citato un impianto per la fornitura di un primo impianto presso la Valga

Preventivo sommario per una installazione elettrica per 12000 Watt (massimo 140 lampade da 16 candele ciascuna)

Nella località detta la Valga . per un importo di lire 79422.

1892

Carino il manifesto con cui si annuncia

Domani sera sarà inaugurata in questa città la illuminazione pubblica a luce elettrica, aprendo a pubblico divertimento il teatro nel quale agirà per poche sere la compagnia di operette diretta dal Signor Germano Gonzales

Narni 10 Novembre 1892

Interessante il decreto del ministero delle poste e telegrafi per poter permettere la realizzazione degli impianti dell’illuminazione .

 

1893

Si parla spesso dell’ampliamento con una seconda centrale detta della Morica , con relativi dettagli sull’aumento di potenza e numero di lampade servite , si parla poi spesso della distanza di 4 kilometri tra Stifone luogo di produzione e Narni.

molte sono le città che con i loro Sindaci chiedono informazioni sulla realizzazione fatta dal comune di Narni tra cui

Soriano del Cimino

Foligno

Orvieto

Spoleto

Norcia

Curiose alcune lettere che parlano di piccoli furti di acqua da parte dei mugnai di stifone, come pura la lettera del padre di Aldo Netti ( pietro Netti), che chiede la luce elettrica . Vengono anche riportati alcuni atti di esproprio o di acquisto di mulini e terreni , tra cui quelli del Conte Mancinelli Scotti e di Patrizi Montoro

Come pure i primi atti vandalici di rottura con sasso delle lampade pubbliche .

Ci sono poi sconti per chi prenota piu’ lampade oppure concessioni di maggiori lampade per pianare disservizi.

Ci sono anche lettere autografe di Aldo Netti che chiede al comune 5000 lire per i suoi lavori effettuati

In questa documentazione , che è la piu’ voluminosa ci sono anche i privati che chiedono la corrente con lunghe liste dettagliate, le concessioni e le autorizzazioni del Ministero e della prefettura per gli ampliamenti delle centrali di Narni .

Ci sono poi molti disegni di cataloghi di lampioni di varia foggia e dimensione.

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Documentazione varia di cui alcune lettere autografe di Aldo Netti che spiega i problemi alle condutture e alla diga della morica che aveva subito in fase di collaudo , crepe e problemi di tenuta dell’acqua .

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Perizia Sorgente Morica

Narni 25 ottobre 1893

Dai documenti in archivio

 La perizia si basa sopra i dati seguenti:

1 Deflusso medio 3500 litri al minuto primo

2 Dislivello medio utilizzabile 2 metri

3 valore del cavallo nominale 125 lire che si è stabilito considerando un minimo di lire 61 corrispondente al canone fissato nelle concessioni governative di forza motrice.

Il dislivello esistente attualmente ( massima magra) tra il pelo d’acqua della sorgente e il pelo d’acqua del Nera non supera i 2,40 metri , si comprende quindi che il valore di 2 metri stabilito come altezza media dall’Ing. Bianco , sia esagerato tenendo conto del regime del Nera il cui pelo d’acqua si eleva parecchi metri sull’attuale. Ne sono prova tutti gli opifici esistenti nella località i cui canali di scarico si trovano ora dai 2 ai 4 metri sopra il pelo dell’acqua del Nera e nonostante più di qualche volta nel corso dell’anno non possono funzionare per l’annegamento del motore causato dal Nera. E quindi riducendo anche il livello medio a 1,90 metri si rimarrebbe sempre nelle condizioni di una forza motrice che spessissimo diventerebbe nulla e il cui valore per questo fatto non può essere elevato .

La legge 10 agosto 1884 stabilisce per derivazione di acque pubbliche un canone annuo di lire tre per cavallo nominale di acqua in base alla caduta effettivamente utilizzata sul motore (art. 14) vi corrisponde un valore legale di lire 60 per cavallo.

L’ing, Bianco ammette che tale valore rappresenta un minimo e ciò perché a l’utente deve eseguire a sue spese tutte le opere di prese e di derivazione per ottenere artificialmente la caduta che deve produrre la forza .

Ora si osserva che l’utente libero di domandare la concessione dove crede più conveniente , in genere utilizza dei salti naturali e i lavori necessari per lo sviluppo della forza risultano minimi, forse inferiori a quelli del caso contemplato. Si possano citare moltissimi fatti di questo genere, e anzi si aggiunge che esistono delle derivazioni che hanno dato luogo ad un costo per cavallo nominale relativamente elevato, la posizione dello stabilire vicino ad un centro di consumo o ad una stazione ferroviaria cui compensava del sacrificio eccezionale fatto per la produzione della forza motrice .

Perciò il valore di lire 60 non un minimo ma una media alla quale si crede di attenersi per stabilire il giusto prezzo nel caso attuale.

Inoltre è bene osservare che trattandosi di concessione governativa , la forza non si sarebbe calcolata in base al dislivello medio tra il pelo d’acqua della sorgente e il pelo d’acqua del Nera e che per le considerazioni svolte si crede giusto ridurre a 1,50 metri , ma in base alla caduta convenuta sul motore . Ammettere il valore di lire 60 per cavallo nominale corrispondente alla caduta di 1,50 metri ,significa ammettere un valore effettivo superiore a quello stabilito dal governo. Nel caso attuale per esempio data la destinazione dell’opificio (officina elettrica) della caduta naturale esistente non si puo’ utilizzare che pochi centimetri e quindi qualora la derivazione si facesse da un fiume lo Stato non reclamerebbe la forza corrispondente alla caduta, che per ragione del resto esistente, non si crederà utilizzare.

Le condizioni in cui scaturiscono le sorgenti ne rendono impossibile la misura ed anche un occhio esercitato può ingannarsi sulla loro portata.

Per le precedenti considerazioni si sottopone al signor Marchese Patrizi la seguente proposta :

1 Stabilire il valore del cavallo nominale a lire 60

2 Ammettere una caduta media utile di 1,50 metri

3 Misura dell’acqua a mezzo di un orifizio regolare.

All’uopo invece di eseguire opere costose e di carattere provvisorio , si propone di cominciare la progettata diga fino all’altezza assoluta necessaria per eseguire la misura suddetta che si eseguirà non appena sarà possibile. L’ing. Netti prenderà tutti gli accordi con l’ing. Banco perché il lavoro sia fatto in modo da allacciare tutta l’acqua e comunque sarà facile misurare quella quantità minima che eventualmente ciò che non è nell’interesse reciproco, sfuggisse all’allacciamento.

Qualora la proposta come si crede verrà accettata il signor Marchese Patrizi vende al Municipio di Narni la sorgente in parola , il cui valore verrà determinato c.s. ( come sopra).

Firmato ing. Netti

 

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Parallelamente si pone il problema delle linee di distribuzione della corrente

a tale proposito  si  legga la lettera di Netti al Ministero

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Linea elettrica autorizzazione

Domanda al ministero per mezzo della direzione compartimentale dei telegrafi per ottenere la licenza per l’impianto elettrico di Narni .

Generatore dell’elettricità a corrente alternata massima differenza di potenziale 2000 volt lungo la linea che collega la stazione generatrice di Stifone con Narni . In Narni poi 9 trasformatori traducono la tensione da 2000 a 109 volt e con questa tensione la corrente circola nelle diverse vie e nelle case private. I conduttori ad alta tensione che vanno a dare la corrente primaria ai trasformatori situati in punti differenti della città , sono nudi ma attraversano la città al di sopra dei tetti e sono posti in modo tale che chiunque non possa occasionalmente toccarli perché la minima distanza dai tetti è di 1,90 metri. Il massimo di corrente che circola nei conduttori della rete è di 15 Ampere , conduttori di rame elettrolitico garantito al 98 % di conduttività, sezioni variabili da 12 a 60 decimi

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alcuni esempi di lampioni come erano da richiesta del comune di Narni.

 

Segue alla richiesta il Decreto Ministeriale

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questa Centrale però non ha molta fortuna e ci sono vari problemi tecnici come si vede anche da quanto accede subito dopo  

Relativamente all’officina c’è un voluminoso carteggio della causa tra il comune di Narni e la ditta Ganz relativo alla disputa sulla reale potenza fornita dalle turbine che doveva essere di 50 cavalli . La perizia è affidata al perito Soldini .

La perizia ha inizio nel 1896 . Le prove si tennero dal 12 al 15 Aprile 1897 .

Le richieste del giudice per la perizia erano:

Veda il perito se l’eventuale difetto è dovuto al modo di applicazione delle tre turbine o sia un difetto delle stesse.

Veda il perito se le ruote giranti sono ancora intate o se la rottura dipenda da cattiva manutenzione.

Veda il perito se il canale di deflusso è fatto regolarmente o se eventuali rigurgiti possano diminuire il rendimento delle turbine.

Veda il perito se le tre turbine furono piazzate con la caduta prevista dalla ditta Ganz e se da cio’ possa diminuire il rendimento.

Veda inoltre se tale mancanza sia sussistita alla data del collaudo.

Seguono le modalità con cui dovevano effettuarsi le prove , che richiedevano lo smontaggio delle turbine , e per far questo vennero degli operai di Roma e un ingegnere di Milano per portare la strumentazione necessaria.

Segue la descrizione dell’impianto.

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L’impianto dell’officina elettrica di Narni è costituito da tre turbine doppie ad asse orizzontale e l’acqua è portata a ciascuna di esse a mezzo di un tubo diramante da una condotta d’acqua o tubo principale , derivato alla sua volta da un serbatoio d’acqua collocato nella prossimità della officina elettrica e che raccoglie il contributo di cospicue sorgenti che scaturiscono dal fondo e dai fianchi del bacino . Le turbine lavorano con 10 metri di caduta e precisamente il loro asse orizzontale è collocato a metri 8,122 sotto il pelo dell’acqua superiore d’arrivo ed a metri 2,301 sopra al pelo d’acqua inferiore di scarico. La caduta totale è di 10,423 metri.

Tenendo conto anche delle perdite il perito dice che la caduta prevista di 10 metri è quindi rispettata come da contratto.

Le turbine sono del tipo detto a reazione e sulla ruota mobile di esse agisce l’acqua tanto per la pressione di caduta di metri 8,122 , che per quella di aspirazione di metri 2,301.

Il perito dice poi che per meglio comprendere il tutto si allegano dei disegni e in particolare le fig. 1-2-3 allegate.

Nelle figure con la lettera C sono indicate le turbine e con D le Dinamo.

Turbine e dinamo sono montate sullo stesso asse quindi compiono gli stessi giri .

Nella figura 1 è rappresentato il percorso dell’acqua che dalla condotta passa nelle turbine per poi andare nel condotto di scarico e tornare sul fiume Nera.

Nella figura2 si vede la vasca della diga ed i salti che sono a circa dieci metri sotto il pelo dell’acqua della vasca del serbatoio ( questo fa pensare che la diga della Morica sia sotto il pelo dell’acqua a circa otto dieci metri tra la diga ed il fiume).

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Nela figura 3 viene mostrato il dettaglio di una turbina con tutti i suoi componenti . Il perito dopo aver descritto il tutto dice di aver smontato le turbine e di aver visitato i distributori e le ruote mobili. Per la prima turbina , tale esame rivela solo piccolissime intaccature sugli spigoli delle palette e solo una ha una lieve intaccatura , ma in conclusione i difetti riscontrati su questo motore sono trascurabili. La seconda turbina di Centro presenta una intaccatura piu’ grande (vedi disegno ) di circa 10 millimetri per una lunghezza di 35 . tutte le palette presentano tale problema dovuto presumibilmente ad un corpo contundente , non si puo’ dire quando il fatto sia accaduto ma sicuramente il rendimento ne risente. Comunque tali pezzi si possono facilmente cambiare.

L’ultima turbina è in perfetto stato quindi si è pensato di applicare ad essa il freno motore per effettuar le misure sul rendimento.

Detto questo si critica un poco il canale di scarico che ha una uscita che determina una strozzatura e rigurgiti dell’acqua

Che torna al fiume., che pero’ sono anche visibili nei disegni d’impianto forniti dalla casa costruttrice Ganz , .

Dalle misure effettuate con dei manometri risulta che la pressione effettiva corrisponde al cinquanta per cento del reale rendimento necessario.

Si misura poi la portata dell’acqua con e senza l’attivazione delle turbine e si nota un rendimento relativo a una portata effettiva dell’acqua di scarico di circa 0,563 metri cubi .

La ditta garantiva per ogni turbina , una potenza di 50 cavalli per una caduta di 10 metri a 625 giri al minuto. Dice inoltre che qualora il rendimento della turbina scenda al di sotto il comune di Narni si riterrà il 2% del prezzo delle turbine per ogni 1% di rendimento in meno.

Se poi il rendimento scende al di sotto del 60% il fornitore dovrà provvedere o il comune di Narni potrà rifiutare le turbine.

 

 

Dal 1904 al 1907

Ci sono due grandi problemi :

L’ampliamento della centrale di Stifone

La riparazione della diga della morica.

Netti tratta dettagliatamente la questione e fa un preventivo di ampliamento della centrale scavando sotto la vecchia struttura e ricavando un nuovo piano al di sotto di essa. Per fare questo sono interessanti le molte lettere di preventivo dei vari elementi dalla scala a chiocciola in ferro alle nuove turbine ( fornite dalla nuova pignone di Firenze ), ai quadri in marmo per il controllo .

Ci sono poi disegni di dettaglio delle turbine e del loro posizionamento.

 

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Relativamente alla diga della Morica Netti propone di riparare la vecchia diga facendo un nuovo terrapieno di contenimento alla base della diga stessa .

 

Interessante anche la necessità di fare i lavori senza interrompere il servizio della luce elettrica . Per fare questo si chiede all’Officina dei Forni Elettrici ( la vecchia Elettrocarbonium) di fornire l’energia necessaria con la loro centrale . Questo vuol dire che nel frattempo anche le industri del territorio si erano dotate di proprie centrali elettriche.

 

Viene dato ampio dettaglio a tutti i lavori con resoconti degli stessi e si parla anche di un mulino elettrico dentro Narni , che lavorava anche di Giorno e quindi aveva bisogno di corrente per lavorare.

Interessante anche una lettera che parla di un trasformatore dentro Narni presso la casa di Diofebi che chiede maggiore affitto per lo scomodo.

( i trasformatori erano 7 o 9 ).

Curiosità

 

1903

Vedendo l’archivio dei lavori pubblici relativo alle strade comunali ed in particolare a Stifone si legge che

in questo anno si eseguono lavori al ponte di Stifone .

Il tecnico vista la gravità del danno e le pessime condizioni dei travi portanti in legno di quercia dice:

"non è adunque al parere del sottoscritto un restauro, ma una ricostruzione che occorre come appresso verrà dettagliato…"

la luce libera tra le pile è di 8,10 metri e si propone la sostituzione dei dei travi di ferro a doppio T.

Propone poi di rialzare il livello a cui vanno le travi e togliere il terrapieno di quasi un metro che grava sul ponte e non è di nessuna utilità Ed alzare anche il livello dei parapetti.

Segue una dettagliata descrizione di tutte le opere per un importo totale previsto di Lire 665,57.

Il primo preventivo era di lire 466 ma poi la delibera definitiva porta il totale della perizia dell’ing. Battistelli di cui sopra.

Nello stesso anno anche il proprietario Silori Luigi fa presente che anche il ponte di Lecinetto ha problemi ai travi ed inoltre in data 26 marzo1903 un masso ha ostruito la strada nei pressi della mola del signor Senepe.

Lavorare all'Officina elettrica era molto ambito a tale proposito riportiamo alcuni piccoli aneddoti :

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Un apprendista di entrare a lavorare  anche senza paga

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ordine di cappelli in panno nero con filettatura rossa e filetto di argento

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nel 1905 erano presenti 6 dipendenti all'Officina di Stifone.

per l'ampliamento del 1907

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acquisto di limitatori di corrente

 

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acquisto di bravette e altri accessori

 

Ampliamento della Centrale di Stifone

anno 1907

In archivio si trova molto materiale a tale proposito .

Anche in questo caso si parte con degli acquisti di terreni e mulini

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L'ampliamento avviene nel  1907

come si vede dalle varie delibere consigliari .

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in realtà si tratta di un allargamento della vecchia centrale e delle realizzazione di un secondo piano al di sotto della stessa scavando nella roccia

per mettere le turbine al piano inferiore utilizzando un ulteriore salto di circa 8 metri.

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A tale proposito si richiede anche una scala a chiocciola alle officine Pignone di Firenze .

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Segue una relazione scritta da Aldo Netti

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Sintesi

1892 prima centrale ( forse della Valca…) illumina il teatro

1893 Su progetto di Aldobrando Netti si costruisce una diga onde elevare la sorgente della Morica, presso Stifone, per ottenere la forza motrice necessaria alla dinamo, per la luce elettrica a Narni.

1895 Fu tolto tutto il materiale franoso che incombeva su quelle sorgenti fino a 6 metri sotto il pelo dell'acqua del fiume Nera e si fondò nel settembre e perdurando il bel tempo e il basso livello del fiume, nel dicembre si fece un secondo cavo parziale che chiuse tutte le perdite e si cominciò la elevazione della diga.

1897 Il 12-14 aprile fu eseguito il collaudo delle turbine, il 14 si verificò un istantaneo abbassamento dell'acqua del serbatoio. Il Municipio e la popolazione si allarmarono di questo fatto e ne scrissero all'Ing. Netti, il quale diede la colpa di quel danno all'aver trascurate tutte le operazioni preparatorie, prima di vuotare e riempire quel serbatoio, e facendo subito i rimedi del caso. Invece si attese che per circa tre mesi consecutivi le crinature capillari del calcestruzzo divenissero sempre maggiori per la grande velocità e pressione dell'acqua che le attraversava e che le fece divenire veri canali. Il Netti dopo essersi scagionato da qualunque responsabilità, stante l'urgenza, tentò un lavoro provvisorio il quale resse fino alla pressione di 9 metri, ma non scongiurò il grave danno e l'acqua, costretta da un lato, si aprì la via da un altro.

1900 Si pensò nei primi tempi di derivare la forza motrice dallo stesso fiume Nera, con un canale di derivazione e si diede mano a fare scavi e forme sostenuti da validi murature, in località poco lontane dal Ponte di Augusto, ma in seguito fu deciso servirsi delle scaturigini stesse di Stifone.

1900-1904 contenzioso con la ditta Ganz per la fornitura delle turbine non adeguate in potenza

1904 La nuova centrale ampliamento della precedente centrale al Centro di Stifone

1905 Riparazione vecchia diga

1906-1907 Cambio delle turbine con quelle della ditta Calzoni di Bologna

1908 l'industriale Ferranti compra la centrale della Morica rimasta inutilizzata

1910  Viene dato in affitto al signor Ferranti tutto il servizio elettrico di Narni

1911-1915 Si costruisce la nuova centrale a Montoro

1912 problemi con la nuova società Terni che crea la centrale di Montoro intercettando le acque delle centrali di Stifone

1913 decadenza delle centrali di Stifone il comune rinuncia alla municipalizzata e da in affitto le centrali

1915 Aldo Netti prende la corrente da Montoro e costruisce l’elettrodotto che porta in Valdarno la corrente lungo la linea ferroviaria

1916 relazione dettagliata ing. Vallecchi sulla riconsegna degli impianti di Stifone realazione ed allegati  (materiali Leo Emiri ). stampato a Viterbo dalla tipografia G. Agnesotti (1916) 

1921 Relazione di Battistelli sui vari contenziosi .

1925 Muore Aldo Netti

1937 Piena del fiume Nera e distruzione delle due centrali di Stifone.

1939  Si costruisce il lago della l'Aia con le condotte forzate che a Recentino creano la nuova centrale di Narni  che poi potenzierà con le sue acque anche la centrale di Nera Montoro.

 

 

Riportiamo parte della relazione   ing. Vallecchi 1916

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Riportiamo parte della relazione   Battistelli

1921 Relazione di Battistelli sui vari contenziosi .

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Ipotesi di lavoro

Si puo’ supporre che Netti abbia realizzato la prima centrale dimostrativa per il teatro , proprio nella zona dei mulini di Stifone vicino a Narni .

Purtroppo dagli archivi comunali mancano completamente le archiviazioni dal 1893 al 1900 , questo purtroppo non da documentazioni sufficienti , inoltre ho notato che alcuni documenti citati dal libro tra Tevere e Nera del 1992 non sono piu’ in archivio o per lo meno non sono riuscito a ritrovarli , come ad esempio il telegramma del ministro Rattazzi o il numero di maggio dell’elettricista del 1992.

 

.Tra le ipotesi che attendono conferma, la prima è relativa al mulino della Valca o della Varga , si noto che essa è nei pressi di Recentino come attesta anche Angeli :

Seguendo la strada attuale dopo la Fonte a circa 300 metri , dovrebbero esserci ancora i resti delle mura del 4° Mulino , la vecchia strada girava intorno ad un laghetto , alimentato da una delle tante sorgenti della zona che va da Lecinetto alle Mole , con una paratoia si formava una piccola diga ed attraverso un canale l’acqua faceva lavorare il Mulino , ricordo il cancello in legno poi la stradina che portava all’ingresso del Mulino , detto della " Valca ,, ( "Varga ,, nel dialetto narnese ) .

Da ricerche fatte sui testi della Cronistoria di Narni ( Martinori ) ho accertato che nello stesso luogo vi era anche un fabbricato adibito alla lavorazione di fibre tessili , canapa ed altro , detta Valcatura dei panni , ( fase di lavorazione delle fibre tessute ) .

Questa potrebbe essere la vera centralina iniziale infatti dai documenti trovati risulta un progetto per tale sorgente ,

con ampio dettaglio e descrizione della prima dinamo ganz da 12000 cavalli per alimentare 120 lampade

per una spesa complessiva di circa 31500 lire .

( la cosa strana è la firma che sembra di tale A. Palmieri)

da un primo sopralluogo si nota solo un pezzo di muro basso , ma non si notano altri resti .

Comunque successivamente fu fatto un "formone " ( in pratica un piccolo canale che parte dalla Valca ed arriva al centro di stifone ed ancora oggi è visibili per un buon tratto, come è visibile la diga della morica ed anche i resti del sifone sotto casa Silori.

Relativamente alla linea di distribuzione

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La linea probabilmente correva lungo la vecchia  strada da Recentino fino al bivio per Taizzano da qui si possono fare varie ipotesi ad esempio la casa diroccata proprio al bivio poteva fare da cabina per poi salire a Narni lungo la costa .

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si notano le palificazioni della corrente elettrica.

Si parla di trasformatori messi dentro Narni ( da sette a Nove ) . dove erano ??? sicuramente ho trovato un trasformatore presso la casa di Diofebi che vuole un aumento del canone per il disturbo questa è datata . Inoltre lettera analoga è relativa a

Si puo’ anche ipotizzare che lo stesso sindaco Paolo Eroli avesse avuto un trasformatore a casa essendo proprio vicino al teatro ove ora è museo Eroli e la casa era molto grande con molti scantinati e proprio facile da raggiungere dal Nera ed in linea d’aria molto vicino al bivio di Taizzano.

Angelo Angeli mi ha promesso alcuni suoi appunti in cui dice che i pali venivano presi dai castagneti di Soriano del cimino nel viterbese.

introduzione

per informazioni su Aldo Netti

 

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Centrale di Viterbo

Centrali a Tuscania sul fiume Marta

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Trasformatori e linee su Narni

Famiglia Netti e Lanari

bibliografia

 

 

 


 

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